Tutti i colori del Festival Printemps des Arts
Monte-Carlo: dal 10 marzo
Dopo 19 anni alla guida del festival monegasco Printemps des Arts di Monte-Carlo, Marc Monnet lascia lo scettro della direzione artistica al compositore francese, di origine italiana, direttore del Conservatorio di Parigi, Bruno Mantovani. Lo fa dopo aver dato un’impronta marcatamente segnata dall’eclettismo e dall’apertura delle sue proposte culturali, con programmazioni che, includendo ampie monografie di autori del periodo classico/romantico, si aprivano al contemporaneo, alle sperimentazioni, alle performance ed ai repertori etnografici.
Su questa linea di condotta e con una visione analogamente aperta alle musiche del presente così come a quelle del passato, Mantovani vuole iniziare il festival (dal 10 marzo al 3 aprile 2022) con Guillame de Machaut, per poi aprirsi a continui accostamenti di musiche di autori e repertori di periodi diversi.
Quindi, un’attenzione particolare all’arte e alla produzione dell’Armenia, con e una mostra dedicata al regista e artista Sergei Parajanov; non mancherà il Bach per organo, interpretato da Éric Lebrun, nel monumentale strumento della cattedrale monegasca; quindi, in diversi momenti, musiche di Haydn e Debussy con il pianista Jean Efflam Bavouzet, Mozart, Sostakovic e Ravel con il quartetto d’archi Quatuor Voce, ma anche la musica del XIV secolo proposta dall’Ensemble Gilles Binchois.
Lo spazio riservato alla produzione contemporanea sarà tutto destinato a produzioni commissionate appositamente dal festival ai compositori Yan Maresz, Bastien David, Aram Hovhannisyan, Michel Petrossianed allo stesso Bruno Mantovani.
Spazio anche al jazz con la Amazing Keystone Big Band, quindi orchestre e formazioni quali la Filarmonica di Strasburgo, di Monte-Carlo, di Radio France, il Collectif Xenakis, Les Folies Françoises e l’Orchestra nazionale d’Auvergne.
Spetterà quindi al violinista Renaud Capuçon il compito di chiudere la rassegna, il 3 aprile, come solista, con l’Orchestra Philharmonique di Monte-Carlo, diretta da Andris Poga, con musiche di Beethoven, Dutilleux e Sostakovic.
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