Toscana all'antico

Enrico Bellei è il nuovo direttore artistico del festival Tesori Musicali Toscani

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Con la dicitura "Concerto della Settimana Santa", nel 1996 nacque a Pisa un progetto mirato alla valorizzazione della musica antica toscana; il risultato presto si trasformò nell'attuale festival: "Tesori Musicali Toscani". L'iniziativa prese corpo da un'idea di Carlo Ipata, direttore dell'ensemble "AuserMusici", con lo scopo di valorizzare la musica antica tramite concerti di rilevanza internazionale proprio nei luoghi in cui essa era originariamente eseguita: chiese, ville, palazzi, e tutti quei siti poco conosciuti e meno apprezzati. La scelta del genere antico si concretizzò «Per una ragione personale dovuta alla mia formazione svoltasi in Olanda presso il Conservatorio Reale dell'Aja, dove ho studiato flauto barocco.» - ci spiega Carlo Ipata che, dopo quattordici anni, lascia la direzione artistica. Perché la sua scelta si indirizzò sulla musica antica toscana? «Perché in Toscana vi è un immenso patrimonio storico e musicale sia noto sia ancora tutto da scoprire» - aggiunge Ipata. «Inoltre per favorire il turismo culturale e fornire la possibilità ai giovani musicisti emergenti di farsi conoscere. Ipata lascia il prezioso testimone ad Enrico Bellei ( nella foto), già direttore della rassegna modenese Grandezze e Meraviglie, recentemente insignito del "Premio Abbiati". Bellei, raccoglie un'eredità difficile? «Per me è una bella eredità: un progetto maturo, che ha sperimentato formule diverse, che ha un forte contatto col territorio e un pubblico appassionato, che ha tutti i requisiti per crescere.» Cosa manterrà e cosa cambierà rispetto al passato? «Certamente manterrò il disegno complessivo articolandolo in modo naturale nei luoghi e nelle cittadine più accoglienti che condividono questa unione fra musica antica e luogo antico. Cercherò quindi di allargare i rapporti con le cittadine e di aggiungere cittadine, forse anche di altre provincie, dando sempre più compimento al progetto insito nel nome "toscano".» Ci sarà un'interazione tra la sua esperienza modenese, per la quale recentemente le è stato recentemente riconosciuto il "Premio Abbiati", e la realtà toscana? «Forse è proprio per questo che sono stato chiamato, perché nel Festival Musicale Estense Grandezze & Meraviglie, ho lavorato alla costruzione di un intreccio forte fra amministrazioni, istituzioni culturali e non, territorio ed eredità musicale e artistica europea e locale, che tuttora intendo incentivare. Cercherò quindi di perseguire questi elementi già presenti anche nel Festival Toscano. Di solito è la realtà territoriale che fornisce gli argomenti e guida i progetti. Quindi sarà la vicinanza con i luoghi, gli spazi architettonici, i musei e i paesaggi che mi aiuteranno. In particolare un elemento per me nuovo e prezioso è questo di trovarmi in terre ad alta vocazione turistica, e ne terrò conto per ogni futura progettualità.» Intenderà esplorare anche il genere della musica toscana non colta? «Questo ambito necessita di grande attenzione e credo occorra concentrare conoscenze ed energie specifiche che non sono riconducibili facilmente alla musica antica. La musica antica in sé richiama piuttosto che la musica popolare, le musiche colte di altre culture e civiltà, ancora vive o recuperate con cura in altri paesi. Ci sono però dei casi in cui la musica colta ha dei forti intrecci con la musica popolare e non escludo a priori che questa possa emergere in qualche programma. Per esempio i "maggi" drammatici a volte hanno provenienza dalle sacre rappresentazioni medievali.» L'edizione di quest'anno prosegue fino al 12 luglio , tra i prossimi opiti: Mara Galassi (19/6), AuserMusici (21/6), Riccardo Castagnetti (27/6), Cantores ad Nives (4/7). (r.d.n.)

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