Torre del Lago tra Puccini e il contemporaneo

Con l’edizione del 2022 inizia un cammino che sfocerà nel 2024 nelle celebrazioni per il centenario della morte di Puccini

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Turandot
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Madama Butterfly, Tosca, Turandot e La Rondine:  fino a qualche anno fa sarebbe bastato elencare i titoli delle quattro opere scelte per quell’anno e si sarebbe esaurito il programma del Festival Puccini di Torre del Lago. Ma ora non è più così. Dal 2019 - come è stato detto nel corso della presentazione dell’edizione 2022, svoltasi al Parco della Musica di Roma - c’è stato infatti un cambiamento nella visione e nell’indirizzo artistico del festival, di cui la nomina a direttore artistico di un compositore contemporaneo come Giorgio Battistelli è da una parte l’effetto e dall’altra la causa. Ora alle opere di Puccini si aggiungono opere di autori moderni e contemporanei, concerti e altre manifestazioni che sarebbe riduttivo definire collaterali.

Questo cambio di passo è iniziato nel 2020, ma gli scorsi anni la pandemia ha creato al festival – come a tutto il mondo dello spettacolo – una serie di problemi che hanno reso meno visibili queste novità. Quest’anno finalmente non dovrebbero esserci limitazioni di posti e dovrebbero arrivare di nuovo i turisti non solo dall’Italia ma anche dall’estero. Forse sarebbe potuto essere un anno quasi normale, ma non lo sarà, perché tutti siamo scossi e addolorati per le drammatiche notizie che arrivano dall’Europa dell’est. Il festival ha pensato al modo per offrire una solidarietà concreta alla popolazione coinvolta e ha deciso di ospitare a Viareggio alcuni giovani cantanti ucraini, che con la guerra hanno perso speranze e occasioni di studio e di lavoro, affinché possano frequentare gratuitamente la Puccini Festival Academy.

Ma torniamo ai quattro titoli elencati all’inizio. Si inizia il 15 luglio con Madama Butterfly,  con Rachele Stanisci, Vincenzo Costanzo e Alessandro Luongo come protagonisti e con la messa in scena creata due anni fa da Manu Lalli: sul palcoscenico non ci sono scene tradizionali ma solo elementi naturali, alberi, fiori, pietre. Il direttore musicale del festival Alberto Veronesi sarà sul podio. Il giorno dopo va in scena Tosca  nell’allestimento di Pier Luigi Pizzi e con la direzione di Enrico Calesso, finora più noto in Germania (dov’è General Music Director del teatro di Würzburg) che in Italia. Nel cast Svetlana Aksenova, Ivan Magrì e Roberto Frontali. Si prosegue il 23 luglio con Turandot  diretta da Michele Gamba, con la regia di Daniele Abbado, che egli stesso definisce “non letterale né tantomeno realistica”.  Nei ruoli principali Karine Babajanyan, Theodor Ilincai ed Emanuela Sgarlata. La Rondine  (dal 19 agosto) vedrà il debutto in loco del direttore americano Robert Trevino e sarà presentata nell’allestimento di Denis Krief, frutto di una collaborazione con il Maggio Musicale Fiorentino: un’altra collaborazione del festival con un grande teatro italiano, dopo quella con l’Opera di Roma per Tosca.

Le quattro opere pucciniane andranno in scena nel Gran Teatro all’aperto, capace di 3360 posti: uno scenario unico, con il lago sullo sfondo e la luna che, quando è in vena, aggiunge un affascinante extra alla scenografia.

Spazi dalle dimensioni più ridotte accoglieranno le due opere moderne. La prima è Jakob Lenz  di Wolfgang Rihm, che dopo la prima del 1979 è stata ripresa in molti teatri ed ormai un classico del teatro musicale della fine del Novecento. La si potrà vedere nell’unica recita del 20 luglio, diretta da Marco Angius con la regia di Cesare Scarton. Per il Satyricon  di Bruno Maderna (26 agosto) Tonino Battista dirigerà il PMCE - Parco della Musica Contemporanea Ensemble e Manu Lalli curerà la regia.

Quattro saranno i concerti. Il 28 luglio e il 24 agosto l’Orchestra del Festival Puccini - recentemente fondata affinché il festival potesse contare su una sua orchestra – sarà diretta da Enrico Calesso e Nil Venditti in due programmi sul tema “Puccini la musica e il mondo”. Il 2 e il 3 agosto Fabio Maestri dirigerà quattro pezzi commissionati dal festival ad altrettanti compositori contemporanei – Marcello Filotei, Salvatore Frega, Andrea Manzoli, Roberta Vacca – ispirate a La meglio gioventù, una raccolta di poesie di Pier Paolo Pasolini, di cui ricorrono i cent’anni dalla nascita. Il festival quest’anno ha scelto proprio “la meglio gioventù” come motto per l’edizione di quest’anno: accostare Puccini a Pasolini può sembrare audace ma le opere del maestro lucchese non sono forse un inno alla giovinezza che si brucia rapidamente?

 

 

 

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