Romaeuropa 2020, il programma (e una speranza)
Annunciato il cartellone del Romaeuropa Festival, in attesa di sapere se e come si svolgerà: «Un segno di presenza e di speranza per gli artisti e per il pubblico»
«Un segno di presenza e di speranza per gli artisti e per il pubblico». Con quest’idea di fondo è stato pubblicato – nell’impossibilità materiale di realizzare una conferenza stampa – il programma della trentacinquesima edizione del Romaeuropa Festival.
Monique Veaute e Fabrizio Grifasi (rispettivamente presidente e direttore generale e artistico della Fondazione Romaeuropa), rivolgendo il loro pensiero innanzitutto a chi sta soffrendo per l’attuale emergenza sanitaria e a tutti gli operatori che sono in prima linea, hanno dunque voluto lanciare un messaggio, immaginando che quanto ideato prima dell’attuale crisi possa aver luogo nella Capitale nel prossimo autunno – il periodo è quello dal 23 settembre al 22 novembre – o che, in alternativa alla presenza fisica del pubblico, vengano trovate modalità diverse per fruire comunque delle tante iniziative in programma.
Come ormai tradizione, il teatro, la danza, la musica, il nuovo circo, le arti digitali e la creazione per l’infanzia costituiranno gli strumenti attraverso i quali restituire una visione del mondo costruita nel segno dell’internazionalità e del dialogo culturale, aprendo alle contraddizioni dei nostri tempi senza rinunciare alle più ottimistiche visioni del futuro e alla leggerezza. Quello immaginato dal Romaeuropa Festival sarà un percorso creato per abbracciare la creatività degli ultimi decenni e per cogliere sia le grandi aspettative nei confronti della modernità sia le incertezze che caratterizzano il nostro tempo più recente.
Tra le proposte dedicate alla musica vi sono diverse presenze che meritano di essere segnalate. Dopo sette anni di assenza dai palcoscenici italiani Max Richter torna (il 3 ottobre al Parco della Musica) con due dei suoi più grandi successi The Blue Notebook e Vivaldi Recomposed eseguiti dal Max Richter Ensemble e dalla Finnish Baroque Orchestra in un live in co-realizzazone con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. E poi Wim Mertens (il 27 settembre ancora al Parco della Musica) con il suo Inescapable Tour nato in occasione dei suoi quarant’anni di carriera, mentre Bryce Dessner (il 1 novembre al Parco della Musica) sarà al fianco di Katia e Marielle Labèque e dell’ensemble di percussionisti BlowUp. Una curiosità sarà inoltre rappresentata dal nuovo live – costruito con i Commodore degli anni Ottanta – proposto da Robert Henke (8 ottobre, al Parco della Musica) per esprimere nuove sonorità e inedite visioni elettroniche.
Oltre ad altri eventi che avranno protagonista la musica – tra cui quelli nella sezione Digitalive, a cura di Federica Patti, dedicata alle culture digitali – centrali nell’intero programma del festival saranno anche le molte e interessanti proposte dedicate al teatro e alla danza. Tra queste 19 luglio 1985, una tragedia alpina, uno spettacolo di teatro musicale realizzato da Filippo Andreatta e OHT Office for a Human Theatre, costruito insieme all’Ensemble Vocale Continuum, che debutterà il prossimo 28 settembre al Teatro Argentina.
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