A lezione da Muti: Italian Opera Academy anno quinto
Ravenna: direttori d'orchestra e maestri collaboratori studiano Le nozze di Figaro
«Mi sento in dovere di trasmettere ai giovani il metodo e gli strumenti che hanno permesso a me di arrivare fin qui, in particolare credo si debba recuperare la capacità, troppo spesso dimenticata, di concertare, ovvero di costruire la regia musicale di un titolo lavorando a fondo con i cantanti al pianoforte, o ragionando con l’orchestra sulle caratteristiche e sui dettagli anche della partitura» così Riccardo Muti spiega perché ha dato vita alla Italian Opera Academy che giunge quest'anno al suo quinto anno di vita per formare direttori d'orchestra e maestri collaboratori. Appuntamento al Teatro Alighieri di Ravenna dal 20 luglio al 2 agosto (il pubblico può assistere alle prove al pianoforte, alle prove con orchestra e cantanti). Quest'anno l'opera oggetto di studio è Le nozze di Figaro che Muti racconta così:«si tratta di un regalo che Mozart fa al repertorio italiano, perché non c’è dubbio che si tratti di un capolavoro italiano. Non solo perché composto su un libretto poetico nella nostra lingua, ma perché testimonia di quanto Mozart non solo parlasse e conoscesse l’italiano, ma avesse capito fino in fondo l’incedere tipico della nostra pronuncia, la melodia e il ritmo delle parole, il filo espressivo che attraversa le frasi, sia nei recitativi - che poi saranno l’esempio per la perfezione di quelli verdiani - sia nelle arie». I giovani direttori d'orchestra proveranno con l'Orchestra Giovanile Luigi Cherubini arricchita da Li-Kuo Chang, prima viola della Chicago Symphony Orchestra. Concerto finale il 3 agosto al Teatro Galli di Rimini con una selezione dalle Nozze di Figaro con Muti sul podio della "sua" Cherubini.«Oggi il mondo corre, ma per fare l’opera ci vuole tempo. Il tempo di studiare e di analizzare con rigore la partitura; il tempo di comprendere e di trasmettere a orchestra e cantanti il carattere e l’evoluzione dei personaggi, quindi le intenzioni del compositore; il tempo di provare e riprovare l’insieme vocale e strumentale, calibrandone con cura gli equilibri drammaturgico-musicali» conclude Muti.
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