L'Europa barocca al Festival di Potsdam

Dall’8 al 24 giugno 2018 il Musikfestspiele Postdam Sanssouci, nel segno del multiculturalismo del barocco

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Foto di Stefan Gloede
Foto di Stefan Gloede

Il Musikfestspiele Postdam Sanssouci si tiene a Potsdam, considerata per i suoi edifici una sorta di Versailles germanica: il nome proviene da quello del monumentale palazzo di Sanssouci, il cui nucleo originario settecentesco era la residenza estiva del re di Prussia Federico II, e ogni anno il suo programma è ispirato ad un tema diverso. Quest'anno si terrà dall’8 al 24 giugno 2018.

Dopo l’edizione del 2017 dedicata agli elementi Terra, fuoco, acqua, aria, il Festival si presenta e si annuncia con il breve e incisivo titolo Europa, ricordando quanto il patrimonio musicale del vecchio continente sia il frutto di migrazioni, influssi, scambi, contatti e osmosi tra paesi, popolazioni e culture.

Il programma celebra la complessità dell’Europa ricordando anche la storia di Postdam e dei suoi abitanti provenienti da diversi paesi, in sintonia con il tema dell’Anno Europeo 2018 dedicato al patrimonio culturale. Il concerto inaugurale affidato all’orchestra Europa Galante di Fabio Biondi rappresenta un vero e proprio simbolo di questa edizione sia per il titolo Europe Unlimited! Galant Opening with Baroque Migrants che per il luogo, la Chiesa della Pace Sanssouci. Il suo programma abbraccia concerti e suite di compositori barocchi attivi “lontano da casa”, come Paisiello in Russia, Conforto in Spagna, Mascitti in Francia, Barsanti in Inghilterra, e il sassone Handel che portò l’opera italiana a Londra, il compositore ceco Josef Mysliveček esponente dell’opera seria italiana, per non parlare di molti altri autori che girovagarono per l’Europa in cerca di fama e fortuna.

A ribadire l’intreccio tra migrazioni, influssi, incroci e intrecci tra Ungheria, Polonia, Boemia, e Moravia c’è il brillante concerto dell’ensemble Il Suonar Parlante diretto da Vittorio Ghielmi, intitolato Gipsy Baroque. La diversità e la ricchezza delle culture musicali europee sarà esaltata attraverso una serie di tre concerti chiamata Day of the Nations nella quale si potranno ascoltare voci e strumenti di tradizioni locali come il canzoniere calabrese cantato da Pino De Vittorio, accompagnato da Laboratorio ‘600 diretto da Franco Pavan, la tradizione celtica interpretata dall’ensemble New Chambers Sanssouci, del quale fa parte la flautista Dorothee Oberlinger che dal prossimo anno dirigerà il Festival, e la musica basca con l’Euskal Barrokensemble.

Al centro del fitto programma, che comprende anche concerti per l’infanzia, spicca l’introduzione a tre voci L’Europa di Alessandro Melani che venne eseguita alla corte di Vienna attorno al 1667 come prologo ad un balletto equestre, che sarà interpretata da Roberta Mameli, Renato Dolcini e Nicholas Tamagna con la Neue Hofkapelle Graz, orchestra che eseguirà anche alcune delle suites per archi e continuo contenute nella raccolta Florilegium Secundum di Muffat e influenzate dallo stile di Lully, il musico italiano che fu il deus ex machina della vita musicale della corte del Re Sole.

Un posto d’onore nel programma è occupato dalla opéra-ballet di André Campra L’Europe galante che godrà di ben quattro rappresentazioni integrali, e che è il frutto della collaborazione tra l’ensemble Les Folies Françoises e il Collegium Marianum Prag, con il coro del Centro di Musica Barocca di Versailles, la compagnia di danza L’Éventail ed un nutrito cast di voci soliste. Ma a ricordare le celebri voci dei cantanti ammirati e venerati nell’Europa del Settecento sarà il concerto della Academia Montis Regalis diretta da Alessandro De Marchi, con Vivica Genaux e Valer Sabadus che interpreteranno le arie e i duetti resi celebri da Faustina Bordoni, Farinelli, Senesino e altri virtuosi tra primedonne e castrati.

Nel concerto finale con fuochi d’artificio la Kammerakademie Postdam e il coro Cantus Domus diretti da Antonello Manacorda eseguiranno il Te Deum di Charpentier e la Nona Sinfonia di Beethoven, reiterando i moderni simboli sonori  europei per eccellenza.

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