L’Amiata Piano Festival in tre weekend estivi, più un concerto natalizio
Il programma della nuova edizione del festival toscano presentato dal direttore artistico Maurizio Baglini
L’Amiata Piano Festival, dopo due anni difficili a causa del Covid, riparte nel 2022 a pieno ritmo e presenta un’edizione – la diciassettesima – particolarmente interessante. La definizione “piano festival” è in realtà un residuo delle prime edizioni, quando la musica pianistica era la protagonista assoluta, ma in questi diciassette anni il festival è cambiato ed è cresciuto, grazie anche al mecenatismo della Fondazione Bertarelli, che lo sostiene e che ha costruito a Poggi del Sasso il Forum Bertarelli, un vero gioiello architettonico: quest’auditorium non solo ha l’acustica ideale per la musica da camera ma si integra perfettamente nel paesaggio incontaminato di quella zona della Toscana ai piedi dell’Amiata, tra i boschi, gli ulivi e i vigneti, che – lo diciamo per inciso – producono un ottimo vino.
Maurizio Baglini mette in rilievo come negli ultimi anni la sua direzione artistica si sia ispirata al “vero spirito della musica da camera”, cioè “far musica insieme agli amici”, che si sono scelti tra loro sulla base di affinità elettive e non di imposizioni di “scuderia” o di agenzia. Saranno undici i concerti di quest’edizione, raggruppati in tre weekend allargati, che vanno dal giovedì alla domenica. In più un’appendice natalizia a dicembre
Il primo weekend (30 giugno - 3 luglio) inizia con un concerto interamente dedicato a Beethoven e precisamente alla Sinfonia n. 9, che sarà eseguita nella trascrizione di Liszt per due pianoforti da Baglini stesso e da un altro grande pianista, il canadese Louis Lortie. Da notare che Baglini ha suonato in tutto il mondo questa Sinfonia, ma in un’altra trascrizione di Liszt per pianoforte solo. Il giorno dopo si cambia radicalmente epoca con il Theatrum Instrumentorum diretto da Aleksandar Sasha Karlic, jugoslavo di nascita ma da quasi quarant’anni residente in Italia, uno dei più grandi conoscitori a livello internazionale della musica medioevale spagnola. Presenterà le Cantigas de Santa Maria, tradizionalmente attribuite al re di Castiglia Alfonso X “El Sabio” (1221-1284), una raccolta di straordinaria importanza, tanto famosa quanto raramente eseguita. Il terzo giorno altro netto cambio di atmosfere con il concerto intitolato “American mood”: Silvia Chiesa e Maurizio Baglini, , che sono una coppia nella musica come nella vita, suonano songs di Gershwin e Bernstein e la Sonata per violoncello e pianoforte di Barber. Il weekend si chiude con “un idillio romantico”: quattro ottimi solisti - Grazia Raimondi violino, Silvio Di Rocco, Luigi Piovano e Gabriele Carcano - eseguono due Quartetti per pianoforte ed archi di Brahms e Mahler e alcuni brani di Martucci, forse l’unico compositore italiano di quel periodo che possa essere accostato senza sfigurare a questi grandi compositori.
Il secondo weekend del festival si svolge dal 28 al 31 luglio (con una pausa il 29) e si apre con altre due sinfonie di Beethoven, la terza e la quinta, sempre nelle trascrizioni pianistiche di Liszt. Suonano Djordje Radevski e Salih Cam Gevrek, due brillanti allievi di Baglini e Lortie. Il 30 “un insolito incontro” tra due strumenti che non hanno molto in comune al di là della tastiera. Sono l’organo di Adriano Falcioni e il pianoforte di Mariangela Vacatello. L’organo suona Bach, il pianoforte Chopin e Skrjabin: fin qui niente di sorprendente, ma le sorprese arrivano con le trascrizioni per organo e pianoforte di musiche di Mozart, Franck e Dukas, il cui Apprendista stregone suscita non poca curiosità in una tale trascrizione. Il 31 “da Cinecittà al Nuovo Mondo”: Silvia Chiesa, Maurizio Baglini e Federico Mondelci (sassofono) partono dall’America del nord (Bernstein) e del sud (Piazzolla) e arrivano a Cinecittà, qui rappresentata da Nino Rota.
Il terzo weekend si svolge alla fine di agosto. Inizia il 25 con un concerto dedicato a Brahms: il Quartetto di Venezia suona il primo Quartetto del compositore amburghese e poi il Quintetto per pianoforte e archi insieme a Baglini. Il giorno dopo un progetto molto particolare e affascinante, l’ “ecoconcerto per paesaggio sonoro del Gran Paradiso e violoncello”. Sul tappeto sonoro dei suoni del parco del Gran Paradiso, restituiti attraverso l’elaborazione elettronica dell’acustic designer Federico Montrosset, Silvia Chiesa suonerà musiche per violoncello di Bach e di autori moderni, intersecandole con proprie improvvisazioni. Il 27 ancora due Sinfonie di Beethoven (la quarta e l’ottava) nella trascrizione pianistica di Liszt, eseguite da i giovani russi Victoria Vassilenko e Sergey Redkin. Tale progetto dell’esecuzione della Sinfonie beethoveniane nella trascrizione di Liszt, che è curato da Louis Lortie, proseguirà nel 2023. L’ultimo weekend si conclude in modo focoso: la Danza ritual del fuego di Manuel de Falla e altre musiche sue e di altri compositori spagnoli, quali Turina e Albéniz, saranno la colonna sonora di “flamenco dream” con la danzatrice e coreografa Karine Gonzalez e il pianista Dimitris Sarogiou.
Ma non è tutto, perché oltre ai tre weekend estivi il festival propone il 10 dicembre un concerto di Natale. Il Carnevale degli animali di Saint-Saëns sarà abbinato a una composizione moderna che propone un bestiario fantastico: è Animalia di Carlo Boccadoro. A questa festosa serata partecipano l’attore Riccardo Pratesi come voce recitante e un gruppo di ottimi solisti, tra cui naturalmente i due padroni di casa, Silvia Chiesa e Maurizio Baglini.
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