La nuova stagione della Staatsoper di Vienna
Con l’arrivo del nuovo sovrintendente Bogdan Roščić si apre una nuova pagina per il massimo teatro lirico austriaco
Volta decisamente pagina la Staatsoper di Vienna, dove dalla prossima stagione si insedia Bogdan Roščić dopo il decennio del prudente Dominique Meyer. Dieci le nuove produzioni nel cartellone della nuova stagione, in buona parte coprodotte con altri teatri lirici europei e con un segno registico forte rispetto alle produzioni dell’era Meyer.
Se l’emergenza sanitaria sarà passata anche in Austria e si troveranno soluzioni praticabili per riavviare la stagione, sarà Madama Butterly di Puccini con protagonista Asmik Grigorian ad aprire il 7 settembre la stagione. Sul podio il neodirettore musicale del teatro Philippe Jordan, mentre la produzione è quella firmata una decina di stagioni fa dallo scomparso regista cinematografico Anthony Minghella per la English National Opera per la Metropolitan Opera di New York. Segue il 12 ottobre Die Entführung aus del Serail di Mozart con la direzione di Antonello Manacorda e la regia di Hans Neuenfels con Lisette Oropesa, Daniel Behle e Goran Juric fra gli interpreti. Il 25 ottobre va in scena l’Eugenio Onegin di Pëtr Il'ič Čajkovskij nell’allestimento di Dmitri Tcherniakov per l’Opéra National de Paris con la direzione di Tomáš Hanus e Andrè Schuen protagonista con Tamuna Gochashvili e Bogdan Volkov. Il 13 dicembre è la volta di Das vergatine Meer di Hans Werner Henze in una nuova produzione di Jossi Wieler e Sergio Morabito per la regia e Anna Viebrock per scene e costumi con la direzione di Simone Young e Bo Svokhus nel cast vocale. Dal 6 febbraio arriva anche a Vienna la collaudatissima produzione di Calixto Bieto della Carmen di Bizet con la direzione di Andrés Orozco-Estrada e con protagonisti Anita Rachvelishvili, Charles Castronovo, Erwin Schrott e Olga Kulchynska.
Il 4 marzo dall’Opéra national de Paris arriva l’allestimento della Traviata firmato da Simon Stone che a Vienna avrà la direzione di Giacomo Sagripanti e Pretty Yende nei panni della protagonista. IlParsifal di Wagner va in scena il 1 aprile in un nuovo allestimento di Kirill Serebrennikov e la direzione di Philippe Jordan per un cast “all star” con Jonas Kaufmann, Ludovic Tézier, Georg Zeppenfeld, Peter Kellner, Wolfgang Koch ed Elīna Garanča al debutto come Kundry. Il 23 aprile è in cartellone la prima del Faust di Gounod dell’allestimento di Frank Castorf per l’Opera di Stoccarda con Juan Diego Flórez protagonista e la direzione di Betrand de Billy. L’incoronazione di Poppea di Monteverdi è in cartellone dal 22 maggio nella produzione firmata dal belga Jan Lauwers per Salisburgo; Pablo Heras-Casado guiderà dal podio un cast con Kate Lindsey, Slávka Zámečniková, Xavier Sabata, Christina Bock e Willard White fra gli altri. Chiude il cartellone delle nuove produzioni il Macbeth di Verdi con Luca Salsi e Anna Netrebko protagonisti e la direzione di Philippe Jordan nell’allestimento di Barrie Kosky per l’Opernhaus di Zurigo.
Sono due le nuove produzioni in programma per il pubblico più giovane: Die Entführung ius Zauberreich di Gerlad Resch da Mozart rielaborata come “Wanderoper”, ossia opera vagante attraverso l’edificio della Staatsoper, da Nina Blum con la direzione di Markus Henn (26 ottobre), e Der Barbier für Kinder di Alexander Krampe da Rossini con ancora la direzione di Markus Henn e un allestimento di Grischa Asagaroff con scene e costumi di Luigi Perego (15 gennaio). Come da tradizione è ricchissimo il repertorio della Staatsoper, che, in barba alle polemiche da #MeToo, vedrà la presenza di Placido Domingo in Nabucco e Simon Boccanegra per il suo congedo dal pubblico viennese, e di Piotr Beczała nel ruolo cameo del tenore nel Rosenkavalier di Richard Strauss. Al già ricco repertorio si aggiugono in questa stagione anche le riprese dell’Elektra nell’allestimento di Harry Kupfer (che all’epoca ebbe la direzione di Claudio Abbado) e le Nozze di Figaro nell’allestimento di Jean-Pierre Ponnelle, mentre già si annuncia una nuova edizione nel 2022 con la direzione di Philippe Jordan e la regia di Barrie Kosky.
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