La nuova stagione della IUC

Trentasette concerti, con star internazionali e programmi che spaziano dalla polifonia rinascimentale alla musica d’oggi

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Orchestra Canova, Enrico Saverio Pagano (foto Max Fonseca)
Orchestra Canova, Enrico Saverio Pagano (foto Max Fonseca)

La stagione 2022-23, la settantottesima della IUC – Istituzione Universitaria dei Concerti, è in perfetta continuità con le precedenti, ma questo non significa affatto un ripetitivo tradizionalismo: al contrario le sue stagioni sono da sempre sotto il segno dell’attenzione alle nuove prospettive, ai giovani interpreti, ai nuovi compositori, alle musiche dimenticate del passato. È un calendario ricchissimo, stimolante e variegato: sono trentasette concerti dal 15 ottobre 2022 al 20 maggio 2023, affidati ad alcuni fra i più grandi interpreti della scena internazionale, con un repertorio che tocca cinque secoli di storia della musica. Come da tradizione i concerti si svolgeranno il martedì sera e il sabato pomeriggio all’Aula Magna della Sapienza Università di Roma, capace di quasi mille posti.

Il direttore artistico Giovanni D’Alò è fiducioso: «Molti segnali ci dicono che il pubblico ha voglia di tornare nelle sale da concerto e noi rispondiamo con un’offerta di altissima qualità, che coniuga modernità e tradizione, vivacità e freschezza di idee. Più semplicemente, questo è lo stile IUC. Va in questa direzione l’inaugurazione di stagione con il Don Giovanni di Mozart in forma di concerto, distribuito in tre serate, il 15, 17 e 18 ottobre. Una produzione originale che riporta in Aula Magna l’Orchestra da Camera Canova e il suo fondatore/direttore Enrico Saverio Pagano, che dalla stagione scorsa sono in residenza presso la IUC, a conferma dell’attenzione e della valorizzazione del talento dei giovani da sempre perseguita dall’istituzione universitaria. Ritroveremo quest’orchestra e il suo direttore in conclusione di stagione con la violoncellista Erica Piccotti, altro precoce talento italiano, che vanta già una brillante carriera: in programma il Concerto per violoncello e orchestra  di Schumann e la Sinfonia “Degli addii” di Haydn.

Natalie Dessay, una dei più grandi soprano lirico-leggeri degli ultimi trent’anni, ha appena annunciato il ritiro dalle scene liriche: darà il suo addio definitivo al canto con il recital intitolato Paroles de femmes, un percorso vocale che pone al centro il testo poetico, tra Lieder di compositrici come Fanny Mendelssohn, Clara Schumann e Alma Mahler, il monodramma La Dame de Monte-Carlo di Poulenc (su testo di Cocteau) e arie da Le Cid di Massenet, Faust di Gounod, Pelléas et Mélisande di Debussy e The Rake's Progress di Stravinskij.

Jordi Savall e il suo gruppo
Jordi Savall e il suo gruppo

Joshua Bell torna all’Aula Magna dopo anni di assenza per eseguire Sonate di Beethoven, Schumann e Debussy. Un altro grande violinista, Julian Rachlin alternerà il suo strumento d’elezione con la viola per eseguire la Sonata per viola e pianoforte di Šostakovič e la Sonata per violino e pianoforte di Franck, in duo con il pianista Itamar Golan. Autentica star della musica antica, Jordi Savall torna alla IUC con Tous les matins du monde, un progetto legato all’omonimo film di Alain Corneau sulla vita di Marin Marais, Jean-Baptiste Lully e Monsieur de Sainte Colombe, che lo ha rivelato al grande pubblico. Ton Koopman, altra star della musica barocca, torna con sua moglie, la clavicembalista olandese Tini Mathot, e con i Solisti dell’Amsterdam Baroque Orchestra per un programma interamente dedicato a Johann Sebastian Bach, che comprende L’Offerta Musicale e il Concerto in do minore  per due clavicembali e archi. Pablo Sáinz-Villegas, da molti ritenuto il successore di Andrés Segovia (è il primo chitarrista in quasi quattro decenni ad essere stato invitato a esibirsi con i Berliner Philharmoniker), ci porta nel mondo della chitarra classica spagnola.

Di gran classe la serie dei pianisti, a cominciare da Ivo Pogorelich, amatissimo dal pubblico per l’emozione che riesce a trasmettere con le sue personalissime interpretazioni. Particolare attesa suscita il pianista argentino Nelson Goerner, al suo primo recital solistico a Roma. È invece un ritorno quello di Lucas Debargue, subito riconfermato dopo il suo folgorante debutto romano dell’anno scorso: accosterà Mozart e Chopin al molto meno eseguito Charles-Valentin Alkan, maestro francese dell’Ottocento, autore di alcuni tra i pezzi più difficili in assoluto per la tastiera. Proseguono inoltre gli interessantissimi cicli di Alexander Romanovsky e Mariangela Vacatello, dedicati rispettivamente all’integrale dell’opera per pianoforte solo di Rachmaninov e alle Sonate di Skrjabin.

Alcuni concerti segnano l’incontro con prestigiosi virtuosi dell’archetto. È il caso della violinista moldava Patricia Kopatchinskaja e del pianista turco Fazil Say, straordinari artisti entrambi fuori dagli schemi, che eseguiranno Janáček, Brahms e Bartók. Il tedesco Nicolas Altstaedt – una star del violoncello che debuttò giovanissimo alla IUC – dividerà il palco col pianista Alexander Lonquich, anch’egli tedesco ma ormai italiano d’adozione (musiche di Rachmaninov, Debussy, Boulanger e Barber). È un duo tutto francese quello formato dal violinista Renaud Capuçon e dal pianista David Fray, mentre un altro duo è formato da due eccellenze italiane, il violinista Massimo Quarta e il pianista Pietro De Maria. Il russo Sergej Krylov interpreterà tra l’altro la Sonata “A Kreutzer”  di Beethoven in duo con il pianista uzbeco Michail Lifits, già più volte ospite della IUC. Il violinista Ilya Gringolts torna questa volta in duo con Francesco Corti, uno dei più apprezzati clavicembalisti a livello europeo (è stato nominato nei giorni scorsi direttore musicale del settecentesco teatro di Drottingholm in Svezia): eseguiranno musiche di J.S. Bach, C.P.E. Bach, Pisendel e della compositrice ucraina Alexandra Filonenko in prima assoluta.

Quartetto di Cremona
Quartetto di Cremona

Torna il Quartetto di Cremona per due concerti: il primo con il clarinettista Alessandro Carbonare conclude il ciclo Esplorando Mozart, che era stato interrotto dal Covid, mentre il secondo è con il violoncellista Eckart Runge e chiude il ciclo Esplorando Schubert. Allo Jerusalem Quartet si affiancherà invece Elisabeth Leonskaja – allieva di Sviatoslav Richter e testimone vivente della gloriosa scuola pianistica russa – per il Quintetto di Šostakovič, a conclusione di un concerto che nella prima parte impagina Quartetti di Haydn e Dvořák. In pieno spirito cameristico anche il concerto di due celebrati artisti italiani, la pianista Giorgia Tomassi e il violinista Gabriele Pieranunzi che condivideranno il palco con Fabrizio Falasca (violino), Francesco Fiore (viola) e Danilo Squitieri (violoncello) per eseguire due pietre miliari della musica da camera, il Quartetto op. 25 e il Quintetto op. 34 di Brahms.

Fondato nel 2013 il Montrose Trio è formato da due membri dell’indimenticato Quartetto di Tokyo e dal pianista canadese Jon Kimura Parker: il suo concerto passerà dai toni spensierati del Boogie Woogie di David Baker alle atmosfere romantiche di Mendelssohn, per approdare alle inquietudini novecentesche di Weinberg. Ritmi e armonie del Nuovo Mondo ricorrono anche nel Tribute to Americas con cui il Cuarteto Latinoamericano (formazione messicana che nel 2022 tocca i 40 anni di attività) ci restituirà un volto diverso del tradizionale repertorio quartettistico europeo con pagine di raro ascolto di compositori d’oltreoceano come l’argentino Alberto Ginastera, il brasiliano Heitor Villa-Lobos, gli statunitensi Samuel Barber e George Gershwin e l’icona del tango Carlos Gardel.

Come sempre, la IUC ha un occhio di riguardo per i talenti della nuova generazione, che negli anni scorsi ha portato per la prima volta a Roma artisti avviati a carriere luminosissime. Un futuro che è facile prevedere anche al diciottenne sudcoreano Yunchan Lim, vincitore del Concorso Van Cliburn 2022, e al pianista bresciano Federico Colli, che per il suo debutto in Aula Magna accosta Mozart e Schubert a Prokof’ev. Brillante finalista all’ultima edizione del Concorso Chopin di Varsavia, torna Leonora Armellini, che non poteva intitolare il suo recital altrimenti che Il mio Chopin.

Ars Ludi
Ars Ludi

La IUC festeggerà in un’unica serata i vincitori dei due Leone attribuiti quest’anno dalla Biennale Musica di Venezia: sono il compositore Giorgio Battistelli e l’ensemble di percussioni Ars Ludi, rispettivamente Leone d’Oro e Leone d’Argento. Saranno riuniti per Jules Verne, “storica” partitura di teatro musicale di Battistelli affidata proprio ad Ars Ludi. Definito “Immaginazione in forma di spettacolo per tre performer”, il lavoro omaggia il grande scrittore francese mettendo in scena tre personaggi di suoi celebri romanzi: il Professor Lidenbrock (Viaggio al Centro della Terra), il Dottor Ferguson (Cinque Settimane in Pallone) e Capitano Nemo (Ventimila Leghe sotto i Mari), simboli del rapporto tra l’uomo e la terra, l’aria, il mare. Un’opera onirica ed esilarante, di cui è protagonista un bizzarro strumentario di oggetti sonori.

Dopo l’eccezionale successo riscontrato negli anni scorsi dall’integrale dei Madrigali di Carlo Gesualdo, il Gesualdo Project prosegue ora con la produzione sacra del principe musicista (ed assassino). Sarà infatti la volta dei Tenebrae Responsoria, la raccolta per l’Ufficio delle Tenebre della Settimana Santa, di cui si ascolterà la parte relativa al Giovedì Santo nell’esecuzione de La Compagnia del Madrigale, gruppo italiano molto accreditato in questo particolare repertorio, le cui registrazioni discografiche hanno più volte ottenuto i maggiori riconoscimenti della critica internazionale.

I confini del jazz puro sembrano ormai troppo stretti per artisti del calibro di Danilo Rea e Petra Magoni, che amano ampliare i loro interessi. Voce fuori dagli schemi, Petra Magoni in Canzoni in bianco e nero costruisce un percorso che parte dalla Germania di Kurt Weill e arriva all’America di Cole Porter. Da un’intesa nata dalla lunga collaborazione con Mina nasce Take Zero, che vede il pianista Danilo Rea in un interplay incalzante e brillante con Massimo Moriconi al contrabbasso e Alfredo Golino alle percussioni: un’alchimia fra tre amici musicisti che reinterpretano in chiave jazz alcuni evergreen della canzone d’autore italiana e standard americani.

Il programma in abbonamento è affiancato dai concerti di giovani interpreti nelle biblioteche e da iniziative didattiche che nascono dalla collaborazione attiva con il Dipartimento di Lettere e Culture Moderne della Sapienza.

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