Il sito per il nuovo Teatro di San Cassiano
Paul Atkin annuncia un altro passo verso la ricostruzione del primo teatro pubblico della storia.
Sorgerà probabilmente nell’area del vecchio squero di Sant’Isepo il nuovo Teatro di San Cassiano, il primo teatro pubblico della storia. L’area si trova nel sestiere veneziano di Castello, all'angolo fra il Rio dei Giardini e il Rio de Sant’Isepo, alle spalle dei Giardini dove si tengono le mostre di arte e di architettura della Biennale di Venezia. Il teatro risorgerà quindi in un luogo relativamente lontano dal sito originale, poco distante dal mercato di Rialto, nel sestiere di Santa Croce. Il nuovo Teatro di San Cassiano rispecchierà esattamente, comunque, la struttura dell'edificio originario. Inoltre, rispetto alla collocazione originaria, il nuovo sito offre un ideale collegamento con un tema centrale del progetto: la ricerca, il recupero e la conservazione delle competenze e dei mestieri dei grandi artigiani veneziani, relativi alla lavorazione del legno (macchine di scena), del vetro (illuminazione), della pittura (scenografie) e dei tessuti (costumi). Da questo punto di vista, l’obiettivo del progetto è anche quello di tramandare tali competenze alle generazioni future.
L’annuncio è stato dato dall’imprenditore inglese Paul Atkin, che da anni insegue il sogno di ricostruire lo storico teatro veneziano, dopo l’accordo trovato con il governo cittadino, che ha invitato l’imprenditore a presentare domanda di acquisizione dell’area di proprietà del Comune di Venezia, oggi pressoché in stato di abbandono.
Il nuovo Teatro di San Cassiano, che nelle intenzioni di Atkin dovrebbe essere operativo entro cinque anni, intende far diventare Venezia un polo culturale barocco grazie al quale recuperare le grandi opere perdute del Seicento e del Settecento. Il ricostruito teatro, però, non intende essere semplicemente un contenitore per spettacoli ma intende anche diventare un laboratorio per il recupero di antichi mestieri legati all’attività teatrale barocca.
Se alcuni segnali incoraggiano a sperare (fra questi il consenso di massima dell’ormai ex-soprintendente al patrimonio Archeologico Belle Arti e Paesaggio di Venezia Emanuela Carpani sul progetto elaborato da Jon Greenfield), la prudenza è d’obbligo. I prossimi passi prevedono infatti il via libera formale alla procedura da parte del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, per procedere con l’approvazione formale della vendita dell’area da parte del Consiglio Comunale veneziano. Nel frattempo, Atkin e il suo team promettono di organizzare una serie di eventi a Venezia per presentare il progetto e far sentire la voce dei cittadini su questo ambizioso progetto di riqualificazione ma che si ripromette anche di essere un’opportunità di rilancio di attività artigianali oggi praticamente scomparse.
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