Il Romaeuropa festival annuncia l’edizione 2020

Il programma del festival romano è stato rimodulato nel rispetto delle direttive contro la diffusione del corona virus

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Fabrizio Grifasi
Fabrizio Grifasi

Romaeuropa festival si farà anche quest’anno e sarà ricco di eventi di grande interesse, sempre nella stretta adesione alle direttive vigenti sul distanziamento in scena e in salaLe date di apertura e chiusura - 18 settembre e 15 novembre- sono state anticipate e saranno quattordici gli spazi che ospiteranno i vari spettacoli.Ci sarà inoltre un’inedita sezione online, Extraxt, con quaranta eventi pensati in prima italiana o assoluta appositamente per il web, streaming live e un palinsesto settimanale di attività curato dallo staff del festival.

«Abbiamo lavorato per rielaborare il programma, ricostruendo il giusto spazio in cui riunire le nostre comunità e prendercene cura. Lo abbiamo fatto in dialogo con le artiste e con gli artisti, con le istituzioni e con lo staff, in ascolto delle necessità di questo presente e senza tradire la visione che appartiene all’identità del festival», afferma Fabrizio Grifasi, direttore generale e artistico della Fondazione Romaeuropa. Aggiungendo due punti molto importanti, che manifestano rispetto e considerazione per i problemi degli artisti e lavoratori dello spettacolo e del pubblico in questo difficile periodo: «Ci siamo impegnati a confermare tutti i lavoratori previsti per la trentacinquesima edizione senza fare ricorso alla cassa integrazione e a mantenere saldi gli impegni produttivi con gli artisti ragionando su una biennalità e spostando all’edizione 2021 alcune produzioni non compatibili con le limitazioni di quest’anno. Abbiamo sostanzialmente mantenuto lo stesso numero di rappresentazioni originariamente in programma con una riduzione degli eventi del solo 10% e faremo fronte a una sensibile riduzione delle capienze degli spazi con una perdita di 40.000 posti in vendita. Nonostante questo, abbiamo optato per una politica di riduzione dei prezzi dei biglietti per tutti gli spettacoli con l’intenzione di garantire una maggiore accessibilità e possibilità di condivisione».

Sarà Sasha Waltz, il 18 settembre, ad inaugurare il festival con la prima assoluta di Dialogue/Roma 2020, una nuova creazione site specific all’aperto realizzata appositamente per il festival sull’orma dei suoi celebri Dialoge. Quella della coreografa tedesca sarà una performance rigorosa ma con una forte componente d’improvvisazione, sul palco della Cavea dell’Auditorium Parco della Musica. La cavea e le sale dell’Auditorium saranno gli spazi dedicati ai grandi nomi della musica contemporanea internazionale con il ritorno di Bryce Dessner, il fondatore e chitarrista dei National,che presenta le sue più celebri composizioni classiche insieme a Katia e Marielle Labèque e il Parco della Musica Contemporanea Ensemble. Si prosegue con l’Inescapable Tour  che festeggia i quarant’anni di carriera di Wim Mertens, coni ritmi travolgenti del batterista e compositore elettroacustico italiano Andrea Belfi, con Robert Henke che porta in scena cinque Commodore CBM 8032 per esplorare la bellezza della grafica e del suono utilizzando i primi computer degli Anni Ottanta e con le musiche sacre dei tre maggiori compositori polacchi (Chopin escluso, ovviamente)  ovvero Górecki, Penderecki e Szymanowski,eseguite dal pianista e compositore polacco Pianohooligan (Piotr Orzechowski), dal Silesian String Quartet e dall’High Definition Quartet.

Sempre nella cavea Ascanio Celestini incontra il PMCE diretto da Tonino Battista per una riscrittura originale di testo e musica del Pierino e il Lupo di Prokof’ev Pulcinella di Stravinskij. L’exMattatoio vedrà il ritorno di Fabrizio Ottaviucci con l’esecuzione di una nuova sezione della monumentale Treatise  di Cornelius Cardew. Nella piazza del MAXXI gli italiani Anagoor porterannoil loro progetto audio-video Mephistopheles  in corealizzazione col Napoli Teatro Festival Italia, dove è andato in scena nei giorni scorsi (qui la recensione). 

Difficile operare una separazione netta tra gli eventi musicali e quelli di altro genere, perché da sempre la cifra del Ref sta proprio nel presentare eventi che mescolano inestricabilmente musica, danza e teatro per creare qualcosa che non può essere etichettato in maniera univoca, perché ogni evento è qualcosa di unico. Cercando di enucleare da una programmazione ricchissima qualche altro spettacolo che sia abbastanza vicino alla “ragione sociale” del Giornale della Musica, si possono citare la coreografia di Virgilio Sieni Solo Goldberg Variations  in dialogo con il musicista Andrea Rebaudengo e un’altra coreografia di Enzo Cosimi, che in Coefore Rock & Roll trasforma il mito di Oreste in una debordante visione glam rock. E ancora Sonora Desert  di Muta Imago, un’indagine sul rapporto con il tempo e con la memoria in un inedito formato performativo/installativo con le musiche di Alvin Curran.

 

 

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