Il Festival di Musica Sacra nelle quattro basiliche papali romane
Brahms e Bruckner diretti da Jakub Hrůša
Il Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra torna dal 12 al 15 novembre con la sua ventunesima edizione: saranno quattro giorni densi di musica, con cinque appuntamenti nelle quattro basiliche papali di Roma- Lo spirito del festival è espresso da questa parole che Paolo VI rivolse agli artisti nel discorso che chiudeva il Concilio Vaticano II nel 1965 e che il presidente del festival Hans-Albert Courtial ha voluto ricordare quasi come motto di quest’edizione, perché sono più che mai vere in questo periodo così arduo e tormentato: “Questo mondo nel quale viviamo ha bisogno di bellezza per non sprofondare nella disperazione. La bellezza, come la verità, è ciò che infonde gioia al cuore degli uomini, è quel frutto prezioso che resiste al logorio del tempo, che unisce le generazioni e le fa comunicare nell’ammirazione”.
Il primo appuntamento - sabato 12 alle 11 nella basilica di San Pietro in Vaticano - non è un concerto ma la messa celebrata dal cardinale Angelo Comastri, che conterrà un ricordo di Lorenzo Perosi a centocinquant’anni dalla nascita. Il Coro del Vicariato della Città del Vaticano, diretto da Temistocle Capone, eseguirà infatti la sua Missa Secunda Pontificalis composta nel 1906, nonché il Magnificat e il mottetto Tu es Petrus.
La sera alle 21 avrà luogo il vero e proprio concerto d’apertura del festival, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, che vedrà come protagonisti i Bamberger Symphoniker, che hanno sede nella piccola città bavarese di Bamberg, dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco per il suo caratteristico aspetto medievale, scampato ai bombardamenti dell’ultima guerra. Quest’orchestra gode di una solidissima reputazione in Germania ma non è molto nota in Italia, infatti questo sarà il suo debutto non soltanto al festival ma anche il suo primo concerto a ranghi completi a Roma, dove pare che prima d’ora abbia suonato soltanto in formazione cameristica. È invece andata in tournée in varie altre città e festival in Italia. Un concerto da ricordare è quello offerto nel 2007 a Benedetto XVI nella residenza estiva di Castel Gandolfo. In quell’occasione il papa – che era non solo un appassionato di musica ma anche un buon musicista egli stesso - ringraziò i Bamberger Symphoniker con queste parole: “Con la vasta gamma delle sfumature timbriche e la grande forza espressiva nell'interpretazione dei due capolavori della musica avete nuovamente affermato la fama eccellente della vostra orchestra”.
Anche se probabilmente non hanno mai suonato a Roma, i Bamberger Symponiker hanno qualcosa in comune con Roma, ovvero Jakub Hrůša, che è il direttore musicale dell’orchestra tedesca e il direttore ospite principale dell’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia (ma riuscirà a conservare questi impegni quando nel 2025 diventerà direttore musicale del Teatro Covent Garden di Londra?).
Tornando al concerto del 12, Hrůša dirigerà Ein Deutsches Requiem di Brahms, con la partecipazione del Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e dei solisti Christina Landshamer (soprano) e Konstantin Krimmel (baritono). Domenica 13, sempre alle 21 nella basilica di San Paolo fuori le Mura, ancora Hrůša e i Bamberger Symponiker eseguiranno la Sinfonia n. 9 di Bruckner.
Il 14 il festival, da sempre attento anche alle novità della musica sacra dei nostri giorni, accoglie in San Giovanni in Laterano la prima esecuzione a Roma del Vespro Universale su testo di Papa Francesco tratto dalla preghiera del 27 marzo 2020, in cui il compositore Andrea Mannucci rivive musicalmente il momento commovente e straordinario di preghiera in tempo di pandemia presieduto da Papa Francesco in una piazza San Pietro deserta e trasmesso dalle televisioni di gran parte del mondo. “Le sue parole mi sono parse come macigni, – ricorda il compositore – come spade che trafiggono l'intimo di ogni uomo. Mi è venuto naturale appropriarmene per lasciare una testimonianza musicale”. Ad eseguire la cantata sacra sarà l’orchestra L’Appassionata, giovane formazione da camera nata nel 2019, sotto la direzione di Claude Villaret e con le voci soliste dei soprani Carlotta Bellotto e Nadina Calistru.
La chiusura del Festival sarà martedì 15 novembre alle 21 nella Basilica di Santa Maria Maggiore, con la musica sacra dei tre maggiori compositori europei dei primi decenni del Settecento: per la Germania Bach col Magnificat BWV 243, per l’Italia Vivaldi con il Dixit Dominus RV 594 e per l’Inghilterra Händel con Zadok the Priest, il celebre coronation anthem composto per Giorgio II e poi eseguito ad ogni incoronazione di un nuovo re inglese. Ildebrando Mura, maestro di cappella della Basilica di Santa Maria Maggiore, dirigerà l’Orchestra e il Coro della Cappella Ludovicea, cui si aggiungeranno il coro e le voci soliste della Cappella Liberiana.
L’ingresso ai concerti è libero e gratuito fino ad esaurimento dei posti. È possibile prenotare un posto compilando il modulo di registrazione sul sito.
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