I concerti della IUC all’Università “La Sapienza” di Roma
Annunciata la prima parte della stagione, che spazia dalla polifonia rinascimentale alla musica da film, alternando interpreti famosi e giovani promesse
La IUC – Istituzione Universitaria dei Concerti ha presentato la sua stagione 2021-2022. È comprensibile che dopo la dura lezione impartita dal Covid negli anni precedenti - la stagione 2019-2020 si è fermata a febbraio e quella 2020-2021 a ottobre - il direttore artistico Giovanni D’Alò abbia deciso di annunciare per ora solo i concerti programmati fino al dicembre 2021. Poi si vedrà quel che il destino ci riserverà per il nuovo anno.
Eppure la ricchezza delle proposte in questi tre mesi basterebbe per una stagione intera. I ben 19 concerti della IUC nell’Aula Magna dell’Università “La Sapienza” di Roma nell’ultimo scorcio del 2021 includono infatti - in questo non c’è nulla di diverso dal consueto - diversi generi musicali, dalla polifonia al jazz, dal barocco alla musica per il cinema.
L’inaugurazione (30 settembre, con repliche l’1 e 2 ottobre) segna il debutto a Roma dell’Orchestra da Camera Canova, una formazione di recente fondazione, creata e diretta dal ventiseienne Enrico Saverio Pagano. Il Direttore artistico Giovanni D’Alò così commenta questa sua scelta: “È la prima volta che la IUC offre ufficialmente una residenza e non è un caso che questo avvenga per dei musicisti così giovani. L’Orchestra da Camera Canova non è una formazione giovanile, né un laboratorio per studenti, ma una nuova realtà professionale che ha già mosso i primi passi con risultati eccellenti”. La IUC ha dunque adottato questi giovani talenti per dare il via ad un progetto in residence per le prossime stagioni. Il loro primo concerto impagina due capolavori beethoveniani, la Sinfonia n. 7 e il Concerto per pianoforte n. 5 “Imperatore”, con la pianista Gloria Campaner, già solidamente affermata a livello nazionale e internazionale.
Protagonisti del secondo concerto (5 ottobre) sono i giovani cantanti allievi della grande Raina Kabaivanska, che prima terrà un incontro con il pubblico. Nel concerto successivo (9 ottobre) il controtenore Carlo Vistoli propone un tuffo nella vocalità barocca con “Sì dolce è ’l tormento”, storie di amanti infelici nell’opera veneziana del Seicento; insieme a lui il gruppo strumentale Sezione Aurea, diretto al cembalo da Filippo Pantieri. Proprio l’esplorazione a 360 gradi della vocalità antica e moderna è una delle linee guida di questa stagione. In quest’ambito rientra anche il concerto del 30 ottobre, dedicato a Luciano Berio, di cui Marcello Panni dirigerà Laborintus II, su testo di Edoardo Sanguineti, composto nel 1965 per il 700° anniversario della nascita di Dante Alighieri. Il programma comprende inoltre Visage, pionieristico lavoro di musica elettronica in cui Berio elabora la voce di Cathy Berberian, e Il Combattimento di Tancredi e Clorinda di Monteverdi nella trascrizione realizzata da Berio nel 1966. Il 27 novembre è la volta della polifonia rinascimentale: The Tallis Scholars, complesso vocale celebre in tutto il mondo, presenta unprogetto pensato espressamente in occasione del quinto centenario della morte di Josquin Desprez - uno dei massimi compositori del rinascimento, fiammingo di nascita ma attivo soprattutto in Italia - di cui eseguirà la Missa Hercules Dux Ferrariae, accostata a musiche dell’italiano Palestrina e dell’inglese Byrd, a dimostrare l’enorme influsso della sua musica.
Tornando indietro al 12 ottobre, troviamo Antonio Ballista alla guida dell’Ensemble Novecento e Oltre, che propone un programma “Absolute Stravinskij”, con musiche del grande Igor di raro ascolto a causa dei loro organici inconsueti e in più il Concerto per 2 pianoforti con la partecipazione straordinaria di Bruno Canino, una rara occasione di riascoltare il duo pianistico Canino-Ballista, che ha fatto la storia della musica degli ultimi sessant’anni. All’“Absolute Stravinskij” risponde quattro giorni dopo “Assolutamente… Morricone”, con tre musicisti che hanno collaborato assiduamente con il compositore romano in studio di registrazione e in concerti dal vivo, ovvero il violoncellista Luca Pincini, la pianista Gilda Buttà e il flautista Paolo Zampini. Il 30 novembre un altro omaggio ad un artista romano, in questo caso d’adozione: Nino Manfredi. Nel centenario della sua nascita il batterista Roberto Gatto e il suo Ensemble rivisiteranno in chiave jazz brani tratti dalla musica scritta per i suoi film (Audace colpo dei soliti ignoti, Nell’anno del Signore, C’eravamo tanto amati, Pinocchio e molti altri) da celebri compositori di colonne sonore come Piero Umiliani, Fiorenzo Carpi e Armando Trovajoli.
Passando ai recital strumentali, illustri artisti si alterneranno a giovani promesse. Il 19 ottobre il trio d’eccezione formato dal flautista Emmanuel Pahud, dal violoncellista Jonathan Manson e dal clavicembalista Trevor Pinock esegue Bach e Telemann. La settimana successiva debutta a Roma il giovane pianista francese Lucas Debargue, vincitore del premio speciale della critica al Concorso Čajkovskij di Mosca nel 2015 “per il suo dono unico, la sua libertà creativa e la bellezza delle sue interpretazioni”. Debutto romano anche per il pianista tedesco Martin Helmchen, appena insignito del Gramophone Classical Music Award 2020 per l’incisione dei concerti di Beethoven. Sembra incredibile ma anche per Valentina Lisitsa, da trent’anni ai vertici del pianismo mondiale, sarà il debutto a Roma. Andrea Bacchetti suonerà il secondo libro del Clavicembalo ben temperato di Bach, suddiviso in due concerti. Passando agli strumenti ad arco, ecco il violinista armeno Sergey Khachatryan, ora famoso nel mondo ma che la IUC presentò giovanissimo al pubblico romano già nel 2009. E poi due violoncellisti: Steven Isserlis, che eseguirà le due rare Sonate di Saint-Saëns per questo strumento, e Zlatomir Fung, acclamato vincitore dell’edizione 2019 del Concorso Čajkovskij, che il 18 dicembre chiuderà questa prima tranche della stagione della IUC.
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