Firenze tra tradizione e innovazione

Presentata la nuova stagione

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Alexander Soddy (Foto Miina Jung)
Alexander Soddy (Foto Miina Jung)

Il 2025 del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino si apre festosamente il 3 e 4 gennaio all’insegna di cinema & musica con la proiezione di Fantasia, con l’Orchestra del Maggio diretta da uno specialista della sincronizzazione immagine-musica dal vivo come Timothy Brock. che a Firenze avevamo visto e sentito con l’Orchestra della Toscana in alcune memorabili serate dedicate al cinema muto. Il cartellone 2025 è stato presentato per intero, nella conferenza stampa del 5 settembre, dal sovrintendente Carlo Fuortes, ragionando giustamente sulla necessità di presentare un programma abbastanza in anticipo, in vista del sempre atteso pubblico extraregionale e internazionale (che continua ad essere auspicio di tutti i sovrintendenti a dispetto di tante disillusioni), e ciò riguarda soprattutto il festival del Maggio. Un festival che, sottolinea Fuortes, dalla sua fondazione nel 1933 ha fornito un modello che dà il titolo al cartellone presentato qualche giorno fa: “La tradizione del nuovo”. E cioè arricchire anche il repertorio di visioni innovative sul piano visuale e drammaturgico con il coinvolgimento di registi, drammaturghi e artisti di altra provenienza. O con progetti particolarmente sfidanti: ci riferiamo ad una proposta non per la prima volta tentata (dal progetto mai realizzato di Gordon Craig alla realizzazione di Peter Sellars) ma sempre stimolante e indubbiamente difficile, ossia la realizzazione scenica della bachiana Passione secondo Matteo che dal 4 al 7 dicembre 2025 andrà in scena con Kent Nagano, per la prima volta sul podio del Maggio, e l’ideazione e regìa di Romeo Castellucci. Per le regìe troviamo accanto a Davide Livermore, Emma Dante, Mario Martone, anche Wim Wenders per i Pescatori di perle a settembre; per i concerti troviamo preziosi ritorni o prime presenze (dame Jane Glover, Antonio Pappano con la London Symphony, Daniele Gatti, Michele Mariotti, Kent Nagano, Muti, stavolta proprio sul podio dell’Orchestra del Maggio) e la conferma di direttori che hanno dato ottima prova di sé nelle passate stagioni, come l’”antichista” Mark Minkowski e Cornelius Meister che qui diresse molto bene una stupenda edizione del Doctor Faust di Busoni. Ma si punta molto anche su direttori giovani, godendo della sorprendente ricchezza di una nuova leva direttoriale di cui il teatro si è avvalso anche nelle ultime stagioni (ultima bella scoperta l’esuberante Dmitry Matvienko nel recente concerto del 7 settembre). 

Fra questi giovani che saranno sul podio al Teatro del Maggio nel ‘25 ricordiamo almeno l’israeliana Bar Avni che il 12 dicembre proporrà tra le altre cose un Triplo beethoveniano tutto al femminile (Anna Tifu violino, Erica Piccotti violoncello, Leonora Armellini pianoforte), e il direttore principale dell’Orchestra della Toscana Diego Ceretta che nel festival dirigerà il War Requiem di Britten (3 maggio), e in stagione La Bohème.

Questo cartellone 2025 è piuttosto ricco e vario: cerca di proporre cose appetibili per un pubblico più curioso e scaltrito, ma anche di approfittare di un’onda positiva, chiaramente evidenziatasi nell’ultimo anno, di ritorno in queste sale (sala grande, auditorium, cavea esterna) di un pubblico più vasto e più legato al repertorio più noto. Come si sa è un equilibrio che richiede attenzione ed esperienza, ma a parere di chi scrive Fuortes e la sua squadra sono stati all’altezza della sfida. 

Resta aperta la questione del direttore principale, giacché il mandato di direttore principale di Daniele Gatti è scaduto con il 2024, ma Fuortes si è comunque assicurato il ritorno, per un unico concerto sinfonico-corale nel festival (11 maggio), di un direttore che il pubblico di questo teatro aveva imparato ad amare tantissimo e che certamente non vorrebbe che sparisse dal futuro del Maggio. E qui, a proposito della nuova figura che gli subentrerà, ragiona Fuortes, ci troviamo di fronte al solito problema: il direttore principale del Maggio deve essere uno parecchio bravo, ma quelli parecchio bravi sono già al lavoro in altri teatri… insomma il sovrintendente si riserva ancora un po’ di tempo per fare la sua scelta. 

Sono dieci le opere fra nuove produzioni, produzioni da altri teatri di rango e riprese di spettacoli già visti nelle passate stagioni. Si comincia con Rigoletto (16 – 23 febbraio, sul podio Stefano Ranzani, regìa di Davide Livermore, Daniel Luis de Vicente, Celso Abelo, Olga Peretyatko nei tre ruoli principali). Segue (dal 9 al 16 marzo) una Norma attesissima perché torna dopo tanto tempo, cioè dopo le indimenticabili edizioni di Muti, e perché la protagonista è Jessica Pratt, che ha stretto con il Teatro del Maggio una solida alleanza fatta di eventi importanti e della possibilità per lei di estendere repertorio e tipologia vocale, il che si conferma nella Lucrezia Borgia che farà poi in autunno (sul podio di questa Norma Michele Spotti, regìa illustre con il duo Moshe Leisier e Patrice Caurier, nel cast oltre alla Pratt protagonista Maria Laura Iacobellis, Adalgisa, Mert Süngü, Pollione, Riccardo Zanellato, Oroveso). 

Si passa poi alle opere del festival del Maggio con Salome (dal 13 aprile, sul podio Alexander Soddy, regìa di Emma Dante, una Salome ben accreditata come Allison Oakes, Erode è Nikolai Schukoff, Erodiade Anna Maria Chiuri, Jochanaan Iain Paterson). Sempre per il festival, dal 25 al 31 maggio ci sarà Der junge Lord di Hans Werner Henze su libretto di Ingeborg Bachmann, nella prima rappresentazione italiana in lingua originale di questo titolo fra parodico e sentimentale forse meno fortunato di altri lavori henziani (sul podio Markus Stenz, regìa di Daniele Menghini, Levent Bakirci, Eleonora Bellocci e Marina Comparato nei ruoli principali di Lord Barrat, Luise, la Baronessa). Ma per quanto riguarda l’opera il festival 2025 si chiude con uno dei grandi titoli di Zubin Mehta, e dunque con il nostro amato direttore onorario sul podio: Aida, dal 19 giugno al 1° luglio, in un allestimento che viene dalla Bayerische Staatsoper (regìa di Damiano Michieletto, con Olga Maslova, SeokJong Baek, Agnieszka Rehlis, Amartuvshin Enkhbat nei quattro ruoli principali). 

In autunno-inverno avremo invece, dal 16 settembre Les Pêcheurs de perles in un allestimento della Staatsoper di Berlino e qui l’elemento di interesse è certamente la regìa di Wim Wenders (sul podio Jérémie Rhorer, Pretty Yende, Javier Camarena e Lucas Meachem nei ruoli di Leila, Nadir e Zurga); a ottobre un nuovo allestimento di Macbeth (dal 12 al 19, sul podio Alexander Soddy, regìa di Mario Martone, Luca Salsi, Vanessa Goikoetxea, Antonio Di Matteo e Antonio Poli nei ruoli di Macbeth, la Lady, Banco e Mcduff). Dal 9 al 16 novembre torna Jessica Pratt per un nuovo allestimento di Lucrezia Borgia (sul podio Francesco Ivan Ciampa, regìa di Andrea Bernard, accanto alla Pratt Mirco Palazzi, René Barbera, Laura Verrecchia nei ruoli di Alfonso, Gennaro, Maffio Orsini). Dal 4 al 7 dicembre, come già detto, la Passione secondo Matteo secondo Nagano e Castellucci, con Ian Bostridge come Evangelista. Chiude l’anno operistico, e apre il 2026, la Bohème (dal 20 dicembre, ripresa di un precedente allestimento (sul podio Diego Ceretta, Carolina López Moreno/Nombulelo Yende, Iván Ayón Rivas/Davide Giusti, Danylo Matviienko/Francesco Samuele Venuti, Mariam Battistelli/Elisa Balbo nei quattro ruoli principali di Mimì, Rodolfo, Marcello, Musetta).

Sono venticinque i concerti sinfonici e sinfonico-corali fra i cui programmi segnaliamo almeno quelli dei già citati dame Jane Glover (21 marzo, l’integrale dei Brandeburghesi), Mariotti (8 maggio, musiche di Mozart, Stravinskij, Poulenc, voce solista il soprano Emőke Baráth), Meister (30 maggio, musiche di Weber, Berio, Schumann, con Monica Bacelli), Minkowski (Le Stagioni di Haydn il 18 ottobre), Muti (19 dicembre) con l’Incompiuta schubertiana e il Requiem in re minore di Luigi Cherubini. 

Ben coperto anche il settore del balletto con due titoli classicissimi affidati alla compagnia di Montecarlo, Romeo e Giulietta e il Lago dei cigni nelle coreografie di Jean-Christophe Maillot, rispettivamente dal 10 e dal 16 gennaio.

Da segnalare anche gli imperdibili recital di Anna Netrebko (21 febbraio) e del grande pianista Grigory Sokolov come sempre in coproduzione con gli Amici della Musica di Firenze (16 giugno), 

Meriterebbe un articolo a parte la programmazione che questo teatro dedica da decenni a bambini e famiglie come pubblico e pubblico del futuro: fra le tante iniziative si segnalano il concerto-colazione della domenica mattina in cui i piccoli scoprono l’orchestra: Ma anche bambini e ragazzi che sono parte attiva della produzione. Questo sia per gli scolaretti e studenti fiorentini coinvolti nelle “rivisitazioni d’opera” della compagnia Venti Lucenti di Manu Lalli, da tempo in stretto connubio con il teatro (nel 2025 sarà una fantasia sulle streghe del Macbeth), che con un’entità interna al teatro, il coro di voci bianche: ricordiamo almeno l’imminente festival “Tutta qui la cantoria” (28-29 settembre, 5 ottobre), bellissima iniziativa che avrà per protagonisti i cori di voci bianche dei teatri del Maggio, San Carlo, Scala, Regio di Torino, Carlo Felice, Comunale di Bologna, Opera di Roma. 



 

 



 


 

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