Da Haendel a Pärt la nuova stagione dell’Opera di Roma
Inoltre Janáček, Bartók e Poulenc e naturalmente Verdi, Donizetti e Puccini
Il Teatro dell’Opera di Roma riaprirà dopo la pausa estiva il 4 ottobre con Alceste di Gluck nella produzione di Sidi Larbi Cherkaoui proveniente dall’Opera di Stato Bavarese, diretta da Gianluca Capuano con Marina Viotti e Juan Francisco Gatell come protagonisti. Però per i teatri italiani l ’inaugurazione ufficiale della nuova stagione è spostata più avanti, come noi italiani sappiamo bene, mentre i non italiani faticano a capirne il motivo e lo considerano uno dei misteri del nostro affascinante paese. Quindi per l’inaugurazione in pompa magna bisognerà aspettare il 27 novembre, quando andranno in scena Les Dialogues des Carmélites di Poulenc, con la regia di Emma Dante e con Anna Caterina Antonacci, Corinne Winters e Danielle de Niese come protagoniste. Sarà la prima inaugurazione di stagione per il nuovo direttore musicale del teatro Michele Mariotti e anche per il nuovo sovrintendente Francesco Giambrone, che ha spiegato che quel giorno è stato scelto perché è il giorno in cui andò in scena la prima opera al Teatro Costanzi, nel 1880. Questo giorno sembra destinato a diventare per l’Opera un po’ l’equivalente del 7 dicembre per il Teatro alla Scala. Infatti anche le prossime stagioni saranno inaugurate il 27 novembre e Giambrone ne ha già annunciato i titoli: nel 2023 Mefistofele con la regia di Simon Stone al suo debutto in Italia, nel 2024 Simon Boccanegra con la regia di Richard Jones e nel 2025 Lohengrin con la regia di Damiano Michieletto al suo debutto in Wagner, così come sarà il primo Wagner per Michele Mariotti, che dirigerà tutti gli spettacoli inaugurali delle prossime quattro stagioni.
Ma torniamo alla stagione 2022/2023, che vedrà il debutto all’Opera di Roma di molti cantanti, direttori e registi di fama internazionale. E sarà la prima volta a Roma anche per due opere di Janáček e di Pärt. Procedendo secondo l’ordine di andata in scena, il secondo spettacolo della stagione sarà L’elisir d’amore, con la regia di Roberto Cappuccio già vista e apprezzata nel 2011 ma con un debuttante di lusso sul podio, Francesco Lanzillotta, che finalmente dirigerà nel teatro della sua città; nel cast troviamo due star del belcanto quali Aleksandra Kurzak e John Osborn. Poi torna sul podio Mariotti per una nuova produzione di Aida, con la regia di Davide Livermore e un bel cast internazionale che include l’Aida di Krassimira Stoyanova e il Radames di Fabio Sartori. Franco Zeffirelli verrà ricordato nel centenario della nascita con la riproposta di uno dei suoi spettacoli più belli, I Pagliacci del 1992, che vedrà il ritorno dopo tanti anni sul podio dell’Opera del suo ex direttore musicale Daniel Oren. Poi l’Opera si trasferisce per due sere alla Nuvola, il nuovo centro di congressi dell’EUR progettato da Massimiliano Fuksas, dove andrà in scena in prima italiana Adam’s Passion di Arvo Pärt con la regia di Robert Wilson e la coreografia di Lucinda Childs, che col loro evocativo linguaggio narreranno la vita del nostro progenitore dopo la cacciata dall’Eden.
Mariotti tornerà sul podio per la terza volta nel corso della stagione per dirigere Il Tabarro di Puccini, che sarà accostato a Il Castello di Barbablu di Bartók. È la prima parte di un progetto triennale che vedrà il Trittico pucciniano scomposto nelle sue tre parti, ognuna delle quali sarà accostata ad un altro atto unico di un grande compositore del Novecento: nei prossimi due anni Suor Angelica sarà abbinata a Il Prigioniero di Dallapiccola e Gianni Schicchi a L’heure espagnole di Ravel. Per il primo di questi dittici il regista sarà Johannes Erath, ben noto in area mitteleuropea ma al suo debutto operistico in Italia. Cast di tutto rilievo: Maria Agresta, Gregory Kunde e Luca Salsi nel Tabarro e Ekaterina Semenchuk e Mikhail Petrenko nel Castello di Barbablù. Quindi sarà la volta di un altro progetto, questa volta incentrato su tre opere di Janáček: dopo la Katia Kabanova della scorsa stagione, verrà rappresentata per la prima volta a Roma Da una casa di morti, affidata alla regia di Krzysztof Warlikowski, un protagonista delle scene teatrali europee, che in quest’occasione farà il suo debutto italiano; sul podio il russo Dmitry Matvienko, un giovane direttore emergente che quest’anno ha vinto il concorso Malko di Copenaghen. Ultimo spettacolo prima dell’estate sarà Madama Butterfly, che vedrà il debutto europeo di Eleonora Buratto nel ruolo della protagonista, da lei recentemente interpretata con grande successo al Met di New York. Sarà un debutto anche per Roberto Abbado che non ha mai diretto prima d’ora quest’opera. Alex Ollé riadatterà per il palcoscenico del Teatro Costanzi la sua regia creata nel 2015 per le Terme di Caracalla. Poi l’Opera si trasferirà proprio tra quei ruderi spettacolari per la stagione estiva all’aperto (che verrà annunciata più avanti) e tornerà al Costanzi il 13 ottobre per il Giulio Cesare in Egitto di Haendel con la regia di Damiano Michieletto; la parte musicale sarà affidata ad un gruppo di specialisti dell’opera del Settecento, cioè il direttore Gianluca Capuano e i cantanti Raffaele Pe, Aryeh Nussbaum e Danielle de Niese.
Ma non è finita qui. Per la danza verranno riproposti tre classici: Don Chisciotte, La Bayadère e La Fille mal gardée. Inoltre una serata di coreografie contemporanee e una nuova versione di Rossini Cards di Mauro Bigonzetti. E finalmente ritornano in cartellone i concerti, anche se per ora saranno solamente quattro: Il Requiem di Verdi e il Manfred di Schumann diretti entrambi da Mariotti, con Glauco Mauri che leggerà il testo byroniano del “poema drammatico” di Schumann. Omer Meir Wellber, il direttore musicale del Teatro Massimo di Palermo, debutterà a Roma col primo atto della Walchiria di Wagner, quando la parte della protagonista sarà affidata alla voce dalle possibilità sconfinate di Angela Meade. Infine un “Concerto dei tre controtenori”, versione barocca dello storico e imitatissimo concerto dei tre tenori: una sfida a base di acuti, fioriture ed altre acrobazie vocali, che vedrà in campo Carlo Vistoli, Raffaele Pe ed Aryeh Nussbaum.
Possiamo concludere con le parole del sovrintendente Francesco Giambrone, che così ha condensato i progetti dell’Opera di Roma per il futuro: «Unire la ricerca di titoli importanti, provenienti da aree e periodi storici diversi, con quella d’interpreti forti che possano darne una visione nuova, attuale e, perché no, rivelatrice” e creare “una rete importante di prestigiosi teatri nazionale e internazionali con cui realizzare progetti artistici nel segno della curiosità e dell’eccellenza».
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