Calano le spese per la cultura

I dati di Federculture

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Il messaggio è stato ancora una volta molto forte e chiaro: siamo dentro un tunnel dal quale occorre uscire rapidamente, lo sappiamo tutti ma non c'è sufficiente consapevolezza, manca quel forte impegno a ripartire che è necessario per ritrovare una strada percorribile, una strada che restituisca la speranza all'intera nazione. A Roma, presso la Sala della Promoteca del Campidoglio, Roberto Grossi, presidente di Federculture, ha lanciato l'allarme nel corso della presentazione del Rapporto Annuale 2013, strumento che fotografa la situazione del nostro paese nel settore culturale, tracciando un'analisi ampia e dettagliata delle dinamiche in atto. I dati riflettono una crisi profonda, dal momento che nel 2012 la spesa per cultura e ricreazione delle famiglie italiane ha segnato un calo del 4,4%, primo significativo dato negativo dopo un decennio di costante crescita, quello appunto dal 2002 al 2011. Pesante il decremento per il settore musica: i concerti hanno segnato un calo dell'8,7%, dato peggiore rispetto a teatro, cinema e musei/mostre. Grossi ha sottolineato come siano necessari progettualità e consapevolezza, assunzione di responsabilità e rapida modifica di tutte le norme amministrative e legislative che penalizzano il settore della cultura. Soprattutto la politica deve capire che la cultura è conveniente ed è il migliore investimento su cui possa far conto l'Italia per tornare a sperare in un futuro dove le nuove generazioni possano vivere più serenamente. Tanti gli esempi, i dati, le segnalazioni di quello che non va, di cosa va radicalmente cambiato, tra cui non è mancato l'accenno al settore delle fondazioni liriche, dove la non responsabilità di chi le gestisce può solo favorire i dissesti finanziari. Lanciare simili appelli in un paese in cui il 5% degli adulti legge il 50% dei libri, potrebbe sembrare un'impresa degna di Cervantes, ma oggi ci sono stati alcuni piccoli segnali di attenzione: la presentazione del Rapporto di Federculture è tornata dopo tanti anni in Campidoglio e, oltre all'intervento del nuovo sindaco della Capitale, Ignazio Marino, ci sono stati gli interventi del Ministro per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo Massimo Bray e del Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Enrico Giovannini. Forse qualcosa sta iniziando a muoversi nella giusta direzione, almeno così spera chi crede nella ricchezza culturale dell'Italia.
Giorgio Cerasoli

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