Alvin Curran a Cuneo

Per la rassegna Città in note. La musica dei luoghi una performance itinerante di Alvin Curran

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Alvin Curran Cuneo

Si terrà dal 24 al 29 maggio a Cuneo la terza edizione di Città in note. La musica dei luoghi, rassegna ideata e promossa da Fondazione Artea in collaborazione col Comune di Cuneo. Saranno più di venti gli appuntamenti in giro per la città, tra concerti, workshop e dibattiti: tra i nomi in cartellone spiccano quelli di Motta, Tosca, Mario Brunello e Caterina Caselli, ma il più intrigante è senza dubbio quello di Alvin Curran.

Arrivato ventiseienne a Trastevere dagli Stati Uniti alla fine del 1964, Curran manifestò fin da subito la sua insofferenza nei confronti di quella che lui amava definire “la chiesa dodecafonica”: in definitiva lui era uno cresciuto col jazz, era – per sua stessa ammissione – un popular music junky.

In quel periodo a Roma vivevano altri due musicisti-ricercatori statunitensi, Larry Austin e John Eaton, gli apripista per una piccola colonia di connazionali che in breve tempo avrebbe marchiato a fuoco gli anni Sessanta, e molto rapidamente Curran ne divenne uno degli esponenti più interessanti. Bisogna riconoscere che il periodo era particolarmente eccitante e Curran lo visse pienamente, entrando in contatto con personaggi del calibro di Fellini, Bertolucci, Antonioni, Julian Beck, Robert Wilson, Barbara Mayfield, Steve Lacy, Gato Barbieri, Don Cherry, Mario Schifano e il suo giro di beautiful people.

La sua vita di compositore cambiò radicalmente dopo l’incontro con Franco Evangelisti prima e Richard Teitelbaum e Frederic Rzewski poi, e la conseguente scoperta del moog e della junktronics, vale a dire l’elettronica di scarto e a basso costo. 

E allora rumori e suoni di città catturati su nastro – del resto era stato proprio Evangelisti a dire che «Roma è una sinfonia lunga 24 ore», oscillatori che elaborano battiti cardiaci e onde cerebrali, filtri mandati in loop, lastre amplificate: nasce Musica Elettronica Viva (MEV), il cui nome è merito di Vittorio Gelmetti, padre putativo del trio. 

Nella continua ricerca di nuovi spazi musicali, Curran ha cominciato negli anni Settanta a ideare una serie di concerti-evento da realizzarsi su laghi e fiumi, parchi e cave, che si sono gradatamente evoluti fino a divenire opere coreografiche di grandi dimensioni come Beams, per più di 30 strumenti acustici ambulanti, Oh Brass on the Grass Alas, per 300 musicisti dilettanti di bande di ottoni (festival di Donaueschingen, 2006), Maritime Rites Tate con gli ottoni della London Symphony Orchestra (2007) e Musique Sans Frontières (Glasgow, 2016).

E sarà proprio una performance itinerante quella che Alvin Curran terrà nel complesso monumentale di San Francesco venerdì 26 maggio, alle 18.30. Insieme agli studenti del METS (scuola di musica elettronica del Conservatorio di Cuneo) e ad altri musicisti del territorio coordinati dal compositore Gianluca Verlingieri, Curran proporrà una performance unica e site-specific nel cuore della città.

Dalla facciata dell’antico palazzo che da oltre mezzo secolo ospita il Conservatorio Ghedini avrà origine una coinvolgente esperienza musicale itinerante con fiati e percussioni che guiderà il pubblico fino all’ex Chiesa di San Francesco, dove l’incredibile acustica del luogo dialogherà con la musica elettronica.

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