Alla Staatsoper di Berlino nuove produzioni, opere contemporanee e grande repertorio
Apice della nuova stagione sarà la nuova produzione della tetralogia wagneriana diretta da Barenboim con la regia di Tcherniakov
La stagione 2022/2023 della Staatsoper “Unter den Linden” di Berlino inizia il 4 settembre con Giselle e una settimana dopo va in scena la prima opera, L’elisir d’amore: come in tutti i teatri di repertorio d’area mitteleuropea, lo spettacolo che inizia la stagione non è un evento speciale, infatti questa è la ripresa d’un vecchio allestimento, che non offre molti motivi d’interesse, se non fosse per la presenza sul podio dell’italiano Leonardo Sini, che sta facendo una bella carriera in Germania ma qui da noi è poco conosciuto. Per una grande prima bisogna aspettare il Rheingold, che dà l’avvio a una nuova produzione del Ring des Nibelungen, con la direzione del Generalmuskdirektor Daniel Barenboim, la regia di Dmitri Tcherniakov e Anja Kampe, Andreas Schager e Michale Volle come protagonisti. Sono in programma quattro cicli completi: il primo si svolge dal 2 al 9 ottobre, seguono altri due cicli a ottobre e uno ad aprile nell’ambito dei Festtage 2023.
Nelle sere in cui i Nibelunghi si riposano, vanno in scena Barbiere di Siviglia (un’occasione per rivedere o fare la conoscenza con la storica messa in scena datata 1968 di Ruth Berghaus e di un allora giovane Achim Freyer), Trovatore (con Marina Rebeka e Ivan Magrì) e Tosca (dirige Marco Armiliato, con Angela Gheorghiu, Marcelo Alvarez e Ludovic Tézier): sono riprese di tutto riposo di spettacoli che la Staatsoper ha in repertorio da anni. Ma già il 27 ottobre nella vecchia sala prove dell’orchestra va in scena un’altra nuova produzione, tanto piccola quanto è grandiosa quella del Ring des Nibelungen: è La piccola Italiana (il titolo originale è proprio così, in italiano) di Hans Werner Henze. Si tratta di una riduzione in forma di vaudeville dell’opera televisiva La Cubana del 1974, che racconta la turbolenta storia della cantante di varietà Rachel sullo sfondo degli sconvolgimenti sociali nella Cuba pre-rivoluzionaria.
Per un’altra prima nella grande sala bisogna attendere il 20 novembre, quando andrà in scena Il Giustino di Vivaldi diretto da René Jacobs con la regia di Barbara Horakova e con Christophe Dumaux e Benno Schachtner tra i protagonisti. Il 4 dicembre va in scena il Mitridate di Mozart in un nuovo allestimento del regista giapponese Satoshi Miyagi, che trasporta l’opera “in un ambiente magico e fa incontrare mondi diversi”. Mark Minkowski dirige i suoi Musiciens du Louvre e Mitridate sarà impersonato dal tenore samoano Pene Pati. Altro nuovo allestimento è la Daphne di Strauss (19 febbraio) diretta da Thpmas Guggeis, con regia, scene, costumi e luci di Romeo Castellucci. Esattamente un mese dopo va in scena l’ultima nuova produzione della stagione: è Idomeneo di Mozart con la regia di David McVicar: dirige Simon Rattle e nel cast figurano Andrew Staples (nel ruolo del titolo), Magdalena Kozena, Anna Prohaska e Olga Peretyatko.
Dunque i soggetti delle otto nuove produzioni della prossima stagione sono equamente divisi tra il nord dell’Europa e l’area mediterranea, tra le saghe nordiche (la tetralogia di Wagner) e la mitologia e la storia greco-romane (Giustino, Mitridate, Daphne e Idomeneo. C’è anche un’altra nuova produzione alla Staatsoper il 26 maggio, ma non si tratta di un’opera vera e propria, bensì del famoso ciclo di Lieder di Schubert Die schöne Müllerin in un’edizione scenica realizzata con le marionette da Nikolaus Habjan, che racconta in un modo nuovo la storia di quest’amore infelice. Il bassbariton Florian Boesch non sarà accompagnato dal pianoforte – come nell’originale – ma dalla Musicbanda Franui, che contamina musica classica, folk, jazz e musica contemporanea.
E nella vecchia sala delle prove dell’orchestra ci sono altre due nuove produzioni di opere da camera del ventunesimo secolo: il 25 febbraio la prima assoluta di Robinson di Oskar Strasnoy e il 25 giugno Thomas di Georg Friedrich Haas.
Come sempre alle novità si alterna il repertorio. Sono oltre venti titoli, di cui e abbiamo già elencati alcuni, che vanno a coprire i giorni che separano l’uno dall’altro i quattro titoli del Ring. Quando, parlando di un teatro tedesco, si dice repertorio, non si deve pensare soltanto ai titoli più popolari e frequenti. Naturalmente ci sono anche quelli, come Die Zauberflöte diretta in alcune date dal giovanissimo italiano Giuseppe Mentuccia, Bohème diretta da Massimo Zanetti, Turandot con Fabio Sartori, Samson et Dalila, Carmen e Don Carlos dirette da Daniel Barenboim, ma ci sono anche opere che in Italia non sono affatto di repertorio, come L’incoronazione di Poppea diretta da Jean-Christophe Spinosi, Jenufa diretta da Antonello Manacorda, Sleepless di Peter Eötvös e Medea diretta da Oksana Lyniv. E tante altre opere.
E poi una ricca stagione di balletti e tanti concerti, tra cui spiccano quelli in cui Barenboim dirige il Beethoven della IX Sinfonia (31 dicembre e 1 gennaio) e della Missa solemnis (2 e 7 aprile). Numerosi i concerti di musica barocca con complessi specializzati ospiti. E inoltre le tournée, tutte con Barenboim sul podio: una tra novembre e dicembre in Asia e poi due rapide puntate a Vienna il 7 marzo e a Parigi il 12 aprile. Numerosissimi i concerti cameristici e quelli corali, con gruppi formati da elementi dell’orchestra e del coro del teatro. E poi i recital di Lieder. E ancora i concerti per i bambini. Un’attività intensissima e a vasto raggio.
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