Ritorno a Gluck

A Salisburgo il debutto di Cecilia Bartoli in Iphigénie en Tauride nel suo Festival di Pentecoste

Articolo
classica


Si apre il prossimo 22 maggio a Salisburgo il Festival di Pentescoste, il quarto affidato alla direzione artistica di Cecilia Bartoli. Come per le tre scorse edizioni, la ricca programmazione dei quattro giorni del festival è costruita attorno a un asse tematico riassunto nel motto "So ruf ich aller Götter" (Così invoco tutti gli dei). «Cerco di dare una sua logica interna alla mia programmazione per il Festival di Pentecoste - spiega la cantante romana - Fin dall'inizio, ho cercato di mettere al centro del mio programma delle figure femminili - in molti sensi mitiche o eroiche - soprattutto perché per la prima volta alla testa di questo festival c'è una donna. Nelle opere programmate nelle scorse edizioni, c'è anche una successione di contrasti "atmosferici": opera semiseria, tragedia lirica e commedia. E ora si aggiunge anche una "tragédie lyrique" classica, genere molto amato dai francesi, con Ifigenia al centro. Mi sembrava il momento giusto per questo».

E sarà il Gluck della riforma con la sua Iphigénie en Tauride al centro della programmazione 2015 in un nuovo allestimento firmato dai fedeli Moshe Leiser e Patrice Caurier, con cui Cecilia Bartoli ha già lavorato per i rossiniani Otello e Le Comte Ory, ma anche per il Giulio Cesare in Egitto oltre che per un'apprezzata Norma, che verrà ripresa la prossima estate a Salisburgo e in diversi teatri europei nella prossima stagione. «Sono molto contenta di tornare a lavorare con Moshe e Patrice, che conoscono benissimo quest'opera. - rivela la cantante - Posso già immaginare che la loro Iphigénie non sarà una sacerdotessa rassegnata e sottomessa. Al contrario, avrà dei tratti caratteriali molto forti. Non voglio rivelare molto di più ma posso già anticipare che questa nuova produzione sarà un viaggio di scoperta sia per noi interpreti ma anche per il pubblico di Salisburgo». Quanto al personaggio, che per la Bartoli sarà un debutto, vari sono gli aspetti che lo rendono interessante per la cantante: «È soprattutto il trattamento esatto delle parole e l'equilibrio fra testo e musica, ma anche il ritratto convincente e umano del personaggio, che non è affatto una fredda statua greca ma una donna piena di dubbi e sentimenti». Accanto alla Iphigénie della Bartoli, Oreste e Pilade saranno interpretati da Christopher Maltman e Topi Lehtipuu (quest'utimo sostituito da Rolando Villazón nella ripresa dello spettacolo in agosto nell'ambito del Festival estivo della cittadina austriaca). E, coerentemente con una linea artistica molto attenta a esecuzioni storicamente informate, la direzione musicale è stata affidata a Diego Fasolis alla testa dei suoi Barocchisti e del Coro della Radio Svizzera Italiana di Lugano.

Interessante sarà anche il confronto con un'altra Ifigenia, quella della tragedia di Johann-Wolfgang Goethe, che verrà proposta in una lettura scenica curata dal regista Sven-Eric Bechtolf con gli attori Andrea Wenzl, Michael Rotschopf e Jürgen Tarrach fra gli altri. Secondo la Bartoli, «l'Ifigenia che conosciamo dalla tragedia di Goethe è più radicata nell'ideale della classica eroina greca. Il personaggio appare piuttosto statico, passivo rispetto ai capricci del fato. A muovere l'azione sono il fratello Oreste, l'amico Pilade e Re Toante. Direi che L'Ifigenia di Goethe si caratterizza soprattutto per la sua onestà. Invece l'Ifigenia di Gluck sembra più viva e appassionata e finisce persino per ribellarsi all'autorità di Re Toante». Anni dopo la registrazione di varie arie del Gluck "italiano", la Bartoli torna a Gluck: «Ritorno sempre a Gluck, un compositore al quale mi sento particolarmente legata. È affascinante constatare come egli utilizzi il materiale dei suoi primi lavori e li elabori in qualcosa di completamente nuovo e diverso, seguendo il suo nuovo concetto di dramma musicale. E ancora si sente e si riconosce l'originale - e aggiunge - questa Iphigénie en Tauride, però, sarà la mia prima grande occasione di interpretare un suo ruolo maggiore».

Stefano Nardelli

Se hai letto questo articolo, ti potrebbero interessare anche

classica

La festa spagnola a conclusione del Festival d’Ambronay

classica

Dal 20 al 30 novembre si esibiranno in gara 120 giovani pianisti Under 30 negli showroom Steinway & Sons, il nuovo formato di preselezione del Concorso Busoni, le cui finali si terranno a Bolzano dal 27 agosto 2025.

Articolo in collaborazione con Fondazione Busoni

classica

Avete già sentito parlare di Gatti, Stuck, Guido, Bembo o ancora Lorenzani?