Quattro mesi di musica con “Opera Ancona Jesi”

Intervista al direttore artistico Vincenzo De Vivo

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Un’unica stagione, un unico polo produttivo nel segno della lirica legherà quest’anno il Teatro Pergolesi di Jesi e il Teatro delle Muse di Ancona, rafforzando il percorso già iniziato lo scorso anno e dando così piena attuazione a quanto già previsto nel Protocollo di Intesa siglato il 31 ottobre 2014 dalle Amministrrazioni e dai rispettivi teatri. La scelta di un unico direttore artistico, Vincenzo De Vivo, rappresenta il pieno coronamento di un progetto di integrazione capace di razionalizzare le risorse per un prodotto culturale migliore. Sette i titoli in cartellone, distribuiti in quattro mesi, da settembre a dicembre, per creare nella Regione Marche un polo unitario per la lirica invernale che si ponga in maniera complementare rispetto ai due grandi poli estivi rappresentati dai festival di Macerata e Pesaro.

«Sotto il titolo "Amore, gelosia, tradimento, follia: ritratti di donna” - dice De Vivo-saranno presentati titoli di repertorio come Lucia di Lammermoor, Tosca, Traviata, Cavalleria rusticana, Pagliacci, ma anche la meno nota Adelson e Salvini di Bellini, nella versione originale scritta dal giovanissimo compositore al termine dei suoi studi di conservatorio, con i dialoghi parlati ed il ruolo del basso buffo cantato in napoletano. In cartellone anche La scuola de’ gelosi di Salieri, su libretto di Mazzolà, che fu composto nel periodo in cui Da Ponte era poeta dei Teatri Imperiali: almeno un’aria si può attribuire a lui. Importante la progettualità della stagione, con tutte nuove produzioni (fa eccezione Traviata, riproposta nel collaudatissimo allestimento di Svoboda famoso come “Traviata degli specchi”) e diversi debutti che interessano sia i cast che gli allestimenti: molti i giovani interpreti, italiani e non, per la prima volta nei rispettivi ruoli o nella direzione d’orchestra; attesa anche per Pete Brooks che debutta nella lirica con la regia di Tosca, accanto a Laura Hopkins scenografa e costumista. Tosca è l’emblema di tutti gli artisti nel loro rapporto con un potere opprimente: attraverso dei compromessi riesce a sopravvivere, ma se si oppone è la catastrofe. Brooks, che apprezzo per il rigore nella recitazione associato alla inventiva delle immagini, per la regia di quest’opera si è ispirato ad un famoso film, "Le vite degli altri", ambientato nella Berlino della cortina di ferro. Il filo conduttore di questa stagione ritengo sia l’attenzione che è stata rivolta alla regia e alla scenografia, e penso all’allestimento della Lucia, opera che inaugura la stagione il 23 settembre, in cui insieme al giovane regista Federico Bertolani lavorerà uno scenografo esperto, Lucio Diana, o a quello di Cavalleria, con la regia del francese Fourny e le scene di Leonori. Cifra comune degli spettacoli è dunque la cura degli elementi visivi, che non tradisce però mai la drammaturgia».

A chiudere la stagione due concerti, che hanno anch’essi la donna come protagonista. Il primo è dedicato a Stradella, con l’oratorio "Ester, liberatrice del popolo ebreo” diretto da Andrea De Carlo; l’altro è a cura di Alberto Martini che dirige I Virtuosi Italiani nella cantata "Per la ritrovata salute di Ofelia”, riscoperta qualche mese fa in una biblioteca di Praga. Mozart, Salieri e lo sconosciuto Cornetti musicarono sei delle tredici strofe del testo che Da Ponte dedicò alla cantante Nancy Storace, la prima Susanna mozartiana. La cantata sarà presentata in una veste particolare: a Marco Taralli infatti è stata commissionata una nuova messa in musica del testo dapontiano, con effetto a sopresa, che prenderà spunto dalla linea vocale e dal basso di accompagnamento presenti nella stampa praghese, e che incornicerà la musica originale di Mozart e Salieri.

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