NOW’S THE TIME! Rosa Brunello

Intervista alla contrabbassista e compositrice Rosa Brunello, che racconta il nuovo progetto Sounds Like Freedom

Rosa Brunello now's the time
Articolo
jazz

"Now's the Time" è un progetto volto a valorizzare le giovani musiciste jazz e blues in Europa. ​​​Questo articolo è pubblicato contemporaneamente su 8 riviste musicali europee. #Womentothefore #IWD2023.

nows the time

Sebbene sia attiva come leader di progetti a proprio nome da più di 10 anni, la contrabbassista Rosa Brunello comunica sempre un senso di novità e urgenza in ogni suo progetto.

Merito di una curiosità musicale mai sazia e della capacità di rimettersi sempre in gioco, anche quando le direzioni intraprese incontravano i favori della comunità jazzistica. Non a caso il suo progetto a nome Rosa Brunello Y Los Fermentos (dal 2016 al 2019 tre dischi con l’etichetta CAM Jazz e un live su Bandcamp) ha spesso cambiato assetto e formazione, così come lo scenario post-pandemico l’ha vista protagonista di una nuova avventura, il progetto Sounds Like Freedom, che è diventato un disco importantissimo per la giovane etichetta Domanda Records e un live davvero entusiasmante.

«Il disco è nato da due giorni di sessioni di improvvisazione, insieme a tre bravissimi e meravigliosi musicisti, con cui avevo già collaborato in altre formazioni, prima di riuscire ad unirli insieme per questo nuovo progetto: la trombettista Yazz Ahmed, il chitarrista Maurice Louca e Marco Frattini alla batteria» ci racconta la Brunello.

«Insieme a Tommaso Cappellato, il produttore del disco, abbiamo curato la post-produzione e dal vivo riproduciamo quelli che sono diventati i brani del disco, rendendo sempre attiva la componente improvvisativa, cercando di riprodurre le atmosfere create prima in studio e poi con il lavoro successivo».

Musica con un'identità forte e coinvolgente, in cui la bassista proietta la propria immaginazione sonora in un mondo danzante e multietnico che attinge da molte geografie e suggestioni, come conferma anche la playlist di Spotify in cui Rosa Brunello condivide un po’ di cose che le piacciono. 

«Negli ultimi anni sto ascoltando moltissima musica brasiliana» dice «ma anche egiziana, inglese, italiana, statunitense, cubana, capoverdiana, boliviana… Cerco di mantenere sempre alta la curiosità per musiche per me nuove che arricchiscono il mio universo musicale».

Un caleidoscopio di influenze , ma la musica che ne esce è forte e coerente, si sviluppa nei corpi dei performer e arriva a quelli degli spettatori in onde sempre armoniose. «Per me Sounds Like Freedom è un percorso di ricerca della bellezza nella semplicità e nelle piccole cose, della chiarezza senza fraintendimenti, del dialogo, della fiducia reciproca, di mondi senza confini» ci racconta con un sorriso spontaneo.

Una musica così coinvolgente ritmicamente, che si muove con fluidità all’interno dei linguaggi che stanno rinnovando il rapporto con nuove generazioni di pubblico. Ragazzi e ragazze che, per motivi sia anagrafici che culturali, non hanno più alcun interesse per le categorie in cui si era soliti incasellare i musicisti e che invece si identificano in modo immediato con le vibrazioni che sentono più vicine ai propri mondi.

«Sounds Like Freedom ha ricevuto fin da subito l’attenzione da parte di un pubblico più vasto anche grazie al fondamentale lavoro di promozione fatto da Cappellato con Domanda Music» ci spiega Rosa «ma dobbiamo tenere anche conto della visibilità internazionale data dalla piattaforma di Bandcamp e di numerose apparizioni radiofoniche, tra cui quella per Worldwide FM da Gilles Peterson».

Un disco che è stato venduto in tutto il mondo, dal Giappone all’Australia, dagli Stati Uniti all’Europa, ma soprattutto un concerto che si è adattato bene sia nei più classici auditorium o palchi all’aperto, che nei club, attraendo così un pubblico vario per età e background musicali. 

Pubblici differenti per geografie, età e approccio sono anche quelli che Rosa Brunello ha incontrato nella sua collaborazione con Dee Dee Bridgewater, una collaborazione nata nel 2021 all’interno di un progetto che metteva la famosa cantante americana alla guida di un quintetto di talenti italiani (con il sassofonista Michele Polga, il trombettista Mirco Rubegni, il pianista Claudio Filippini e la batterista Evita Polidoro a completare la band).

Il feeling con una personalità esperta come quella della Bridgewater, la necessaria flessibilità nell’affrontare con la giusta sho(wo)manship le differenti e prestigiose date europee, hanno certamente dato alla contrabbassista una grande consapevolezza, tanto che la Bridgewater l’ha voluta a proprio fianco anche nel successivo progetto europeo dal vivo, il quartetto tutto al femminile che si è ascoltato nell’autunno del 2022. Un’esperienza che non poteva non influire anche sulle direzioni della musica di Rosa per il prossimo futuro: «Le sonorità acquisite durante l’ultimo anno di concerti con Dee Dee Bridgewater, così come quelle del nonetto internazionale Elephantine di Maurice Louca, il quartetto Sounds Like Freedom, le ulteriori collaborazioni con Yazz Ahmed, il duo Hoodya insieme a Camilla Battaglia e l’ultima esperienza di residenza alla Montreux Jazz Academy insieme a Gilles Peterson, Chico Freeman, Chelsea Carmichael e Soweto Kinch stanno formando il sound del mio nuovo repertorio, i cui esiti discografici porteranno alla luce spunti acquisiti durante questo florido periodo».

Sul finire della nostra conversazione con la contrabbassista torniamo a chiederle, dato che si è parlato di esiti discografici, cosa significhi per lei incidere per un’etichetta nuova e trasversale come la Domanda Music di Tommaso Cappellato e la risposta porta con sé inevitabilmente un intenso lato umano.

«È collaborare con un amico di cui ho enorme stima e rispetto e con cui condivido gusti e orizzonti musicali. È stato molto naturale e facile lavorare insieme, condividere la concezione del disco, il lavoro in studio e quello successivo. Tommaso è un riferimento costante nel mio percorso artistico, una persona su cui posso contare e fare affidamento». 

«Sono contenta di far parte di una nuova etichetta indipendente, che supporta e promuove i suoi artisti con dedizione ed entusiasmo, con una visione della musica aperta e trasversale e che include, oltre al mio disco, altri musicisti e progetti bellissimi a cui mi sento affine».

E allora, tornando al senso di novità che Rosa Brunello trasmette a ogni sua avventura, non stupirà più di tanto aver trovato il suo nome tra i più votati nella categoria “nuovi talenti” del Top Jazz Poll 2022 della rivista Musica Jazz. Qualcuno, con un po’ di cinismo, potrebbe ascrivere questo risultato allo scarso aggiornamento di qualche votante (dal momento che la Brunello ha ormai più di 35 anni e, come dicevamo, è attiva da un decennio), ma a noi piace pensare che questa sua capacità di rinnovarsi in modo sempre originale che ce la fa percepire ogni giorno come una meraviglia tutta da scoprire.

Questo articolo è pubblicato contemporaneamente su queste 8 riviste europee, nell'ambito di "Now's the Time", un'operazione volta a valorizzare le giovani musiciste jazz e blues: Citizen Jazz (Fr), JazzMania (Be), Jazz'halo (Be), LondonJazz News (UK), Jazz-Fun (DE), Giornale della musica (IT), Written in Music (NL) e Donos Kulturalny (PL).

Se hai letto questo articolo, ti potrebbero interessare anche

jazz

Alla scoperta dei tesori nascosti del jazz anni Settanta

jazz

Unapologetic Expression. The Inside Story of the UK Jazz Explosion di André Marmot ricostruisce la vivace nuova scena di Londra

jazz

Sassofonista e compositore, se ne è andato a 95 anni Benny Golson