Due lutti hanno colpito il mondo del free jazz storico. A distanza di poche settimane sono scomparsi due altosassofonisti, Marion Brown e Noah Howard. Brown, scomparso lo scorso 10 ottobre, è di certo il più importante dei due: il suo nome è associato ad Ascension di John Coltrane, che lo rivelò ai più, e al disco Afternoon of a Georgia Faun (ECM) del 1970, che lo vedeva a fianco di Anthony Braxton, Chick Corea, Bennie Maupin e altri. Nato nel 1931, si divise per tutta la vita tra la musica - in particolare il free jazz - e l'arte visiva, a cui finì per dedicarsi negli ultimi anni. Autore della colonna sonora del film di Marcel Camus Le Temps Fou, Brown è stato anche compositore di musica per pianoforte e un importante docente in varie università. Ma senza dubbio oggi lo ricordiamo per quel suo stile solistico laconico, velato di tagliente tristezza, lirico e solitario, che emerge dai dischi di Archie Shepp, Coltrane e dai pochi album a suo nome degli anni Settanta e Ottanta. Un solista in singolare controtendenza con il clima dominante di un free jazz acceso e aggressivo, che sapeva controbilanciare con la sua attitudine cool e riservata.
Anche il più giovane Noah Howard, nato nel 1943 e scomparso lo scorso 3 settembre, emerse a metà degli anni Sessanta, condividendo qualche anno dopo con Brown e molti altri giovani talenti un periodo di esilio europeo alla ricerca di una migliori condizioni di lavoro. Più eclettico di Brown, dopo una fase free si rivolse al funk, poi di nuovo al free e poi si interessò alla world music: questa apertura lo portò a suonare con freejazzmen duri e puri come Frank Wright, europei come Han Bennink, sudafricani come Johnny Dyani, decidendo infine di gestire la propria musica attraverso l'etichetta autogestita Altsax.
Anche il più giovane Noah Howard, nato nel 1943 e scomparso lo scorso 3 settembre, emerse a metà degli anni Sessanta, condividendo qualche anno dopo con Brown e molti altri giovani talenti un periodo di esilio europeo alla ricerca di una migliori condizioni di lavoro. Più eclettico di Brown, dopo una fase free si rivolse al funk, poi di nuovo al free e poi si interessò alla world music: questa apertura lo portò a suonare con freejazzmen duri e puri come Frank Wright, europei come Han Bennink, sudafricani come Johnny Dyani, decidendo infine di gestire la propria musica attraverso l'etichetta autogestita Altsax.