L’amore universale di Asha Parkinson

Per il ciclo di articoli #Womentothefore #IWD2024, la sassofonista e compositrice inglese Asha Parkinson

Asha Parkinson
Foto di Pat Pascal
Articolo
jazz

Questo articolo è pubblicato contemporaneamente sulle seguenti riviste europee, nell'ambito di "Giant Steps", un'operazione di valorizzazione delle giovani musiciste jazz e blues: Citizen Jazz (Fr), JazzMania (Be), Jazz'halo (Be), LondonJazz News (UK), Jazz-Fun (DE), il giornale della musica (IT), In&Out Jazz (ES) e Donos Kulturalny (PL). 

#Womentothefore #IWD2024

Asha Parkinson è una donna dai forti ideali, in missione per collegare le culture attraverso il potere della musica.

Sassofonista jazz, Asha sta forgiando il proprio percorso compositivo, sfumando i confini tra musica classica, jazz e world music. Dall'età di quattordici anni, la ricerca dell'«amore universale che collega ogni cosa» ha portato Asha a creare un'ampia varietà di progetti, dal coro interculturale Voices Beyond Division alla suite Encounters, con poetesse arabe.

Attualmente è al lavoro per il suo secondo album, intitolato Possession.

Originaria del Kent, Asha è cresciuta in una famiglia di musicisti con un potente modello femminile nella madre, pianista affermata e docente di musica.

Cresciuta con la convinzione di un'educazione musicale olistica, Asha è stata immersa nella musica fin dalla più tenera età, iniziando a suonare il pianoforte all'età di sei anni. Asha spiega: «A casa abbiamo sempre ascoltato molta musica, da Stockhausen al gamelan».

A dodici anni, ha conseguito il diploma di pianoforte e sassofono. Dal momento che il suo interesse per l'improvvisazione era sempre maggiore, è entrata a far parte del National Youth Jazz Collective prima di fare l'audizione per la Purcell School.

«È stato alla Purcell che ho scoperto di amare la composizione» racconta. «Non credevo di poter diventare una compositrice, ma poi mi sono appassionata e ho scoperto il mio bisogno di tradurre le idee in notazione. Mi interessava anche perché avevo l'idea di scrivere un pezzo corale che avrebbe riunito cori di bambini musulmani, cristiani ed ebrei, insieme a un'orchestra da camera e a strumenti arabi, quello che è poi diventato il progetto Voices Beyond Divisions. Stare nell'ambiente Purcell ha aiutato a focalizzare le mie idee per un progetto che ha vinto dei premi».

Asha ha infatti ricevuto il premio Diana Legacy per il suo lavoro umanitario su Voices Beyond Division.

Dopo la Purcell, Asha si è trasferita alla Guildhall, dove ha fondato Kalpadruma (che significa "albero della vita"), il suo «ensemble misto che riunisce musicisti classici e jazz, dove posso scrivere materiale con elementi di improvvisazione e collaborare con musicisti provenienti da varie tradizioni musicali mondiali. All'inizio si trattava di musicisti indiani, poi di musicisti arabi, greci e di flamenco. Ho potuto assorbire altre culture attraverso la musica; raggiungere e creare un mondo sonoro autentico che andasse al di là di questi generi».

Laureatasi alla Guildhall durante la pandemia, Asha è diventata artista del Jazz South Breakthrough. L'opera da lei creata, Encounters, è un incrocio tra culture, una collaborazione con poetesse arabe, tra cui Maram Al-Masri e musicisti siriani. «Encounters esplora la natura dell'essere donna in luoghi colpiti dalle guerre», spiega Asha. «Penso che tutti noi incontriamo la misoginia in modi diversi in tutto il mondo. È davvero interessante dialogare con donne che vivono in culture diverse, magari più influenzate da religioni ortodosse, e vedere quante limitazioni ci sono. C'è un’identità femminile condivisa che esiste nei movimenti femminili per la pace, come la Lega Internazionale delle Donne per la Pace e la Libertà, che collega donne di tutto il mondo nel dialogo pacifista. Nel mio lavoro, cerco sempre di connettermi all'amore universale; trovo idee in ogni cosa».

Incoraggiata fin da piccola, Asha spiega: «Sono cresciuta con un padre cantastorie. Trovo molta ispirazione dalle storie e dalla poesia. Per esempio, nel nuovo album, Possession, ci sono idee tratte da storie mi ha raccontato mio padre, idee da Huxley, Tolstoj, Rumi. Idee che quando le leggi non pensi "È davvero affascinante", ma "Spiega davvero molte cose!"». 

Asha ha scelto cantante svedese Rebecka Edlund per dare la voce ai testi originali di questo ultimo album e la descrive come «aperta e diligente quando si tratta di imparare le mie canzoni, con un vero senso di essere una musicista e cantante olistica, con una grande personalità per trasmettere il messaggio».

«L'influenza dell'aver studiato le scale e i ritmi arabi si è davvero insinuata nella mia voce compositiva. Uno dei brani del nuovo album è la mia interpretazione del Padre Nostro originale in aramaico, che mi affascina da molto tempo, perché il messaggio è molto diverso dalla versione moderna. Dio non ha un genere, non c'è il senso del peccato, è più "orientaci al nostro vero scopo", invece di "pane quotidiano", è "dacci saggezza e comprensione per i nostri bisogni quotidiani". Sembra un dialogo alla pari, piuttosto che un messaggio molto sottomesso».

Oltre a esibirsi con i Kalpadruma in locali come il Ronnie Scott's, Asha è una sassofonista freelance e collabora con gruppi come la band principale della National Youth Jazz Orchestra. «Ho lavorato a varie iniziative, tra cui il progetto su Hermeto Pascoal, quello su Amy Winehouse e più recentemente ho arrangiato la musica per gli spettacoli sulla Blue Note della NYJO. L’orchestra mi sta anche sostenendo in parte per il nuovo nuovo album Kalpadruma».

Quando le viene chiesto di esprimere la sua opinione sulla Giornata Internazionale della Donna, Asha dice: «Penso che sia davvero importante. Aiuta a creare nuovi modelli di ruolo per le giovani donne, dimostrando che ci sono persone in cui possono rispecchiarsi come jazzista donna in un mondo dominato dagli uomini. Penso anche che sia fondamentale per le donne essere riconosciute come parte della squadra, non solo come star, ma come un membro paritario di un gruppo».

Poco più che ventenne, Asha Parkinson è una giovane donna piena di idee e spiega che Kalpadruma, con la sua formazione flessibile, si presta bene a un'attività nazionale e internazionale. «Mi piacerebbe collaborare con donne di tutto il mondo, nonché portare questi progetti nelle scuole, introducendo i bambini alla nostra musica interculturale e creare tolleranza".

Asha Parkinson pubblicherà Possession con Kalpadruma su Ubuntu Records nel luglio 2024, con il supporto di Help Musicians.

Se hai letto questo articolo, ti potrebbero interessare anche

jazz

Sassofonista e compositore, se ne è andato a 95 anni Benny Golson

jazz

Pubblicata l’edizione italiana del volume postumo curato da Daniela Veronesi

jazz

Con sei appuntamenti sulla terrazza dell’Hotel Carlton, dal 4 luglio al 12 settembre la rassegna Women For Freedom In Jazz offre nuova voce alle donne in difficoltà