Nel mese di gennaio il Teatro La Fenice è stato protagonista di un evento per certi aspetti sperimentale, che ha coinvolto una delle attività promosse dal settore Education, curato da Simonetta Bonato. Tra prove d’orchestra e visite guidate, le scuole secondarie di primo grado di Venezia e della regione Veneto si sono alternate alle Sale Apollinee del teatro per poter vivere l’esperienza di Comporre il poema musicale, il laboratorio di composizione a loro dedicato, ideato, progettato e condotto da Eleonora Costanza con il contributo alla regia del suono di Federico Costanza. Grazie al sostegno di Generali Valori e cultura, con la campagna Fenice per tutti il laboratorio è stato aperto per la prima volta alle famiglie del Centro provinciale per l’istruzione degli adulti di Venezia (CPIA) attivo in percorsi di alfabetizzazione e di apprendimento della lingua italiana, destinati principalmente agli stranieri e finalizzati alla conoscenza della nostra lingua.
La partecipazione al laboratorio è consentita a tutti, dato che non è richiesta alcuna conoscenza o preparazione specifica in ambito musicale, se non la curiosità di approfondire le possibilità espressive della propria voce attraverso un percorso guidato. Individuato un suono, si procede alla germogliazione di una serie parole chiave che consentono la formazione di frasi, storie o filastrocche: tutto è consentito in vista dell’organizzazione del materiale così ottenuto all’interno di ciascun gruppo. La parola diventa ritmo, assume una propria intonazione e si fa suono per descrivere l’atmosfera che i protagonisti del laboratorio intendono comunicare.
La timidezza di quel gesto per loro inconsueto lascia ben presto spazio alla fantasia. Lettere e simboli trovano infine posto in una vera e propria partitura grafica studiata per accogliere il frutto della creatività dei ragazzi. Allo scorrere della videopartitura, i gruppi interagiscono coi propri suoni, stimolati da dispositivi per l’elaborazione del suono dal vivo, vera e propria chiave di accesso alle sonorità e alle pratiche contemporanee.
Se il percorso dedicato ai ragazzi ha riscontrato nel loro entusiasmo il pieno successo, il laboratorio sottoposto a un’utenza diversa come il CPIA, si è rivelata una sorpresa anche per chi lo conduce. Così un gruppo eterogeneo di persone, tutte di età, provenienza, vissuto e sensibilità differenti, ha messo in gioco suoni di culture lontane ma mai così vicine all’interno delle due ore passate insieme, in uno spazio di vera condivisione e crescita culturale che ci auguriamo possa proseguire in questa direzione, affinché teatro e scuola possano continuare sempre più a proporsi oggi come luogo di condivisione, crescita sociale e arricchimento culturale per poter formare al meglio il cittadino di domani.