Chi capitasse a Berlino in queste settimane (più precisamente dal 15 marzo al 6 maggio) non dovrebbe perdersi la splendida iniziativa Underground + Improvisation che l’Akademie der Künste dedica ai rapporti tra musica alternativa e arte dopo il 1968.
Riprendendo e allargando il lavoro di documentazione sulle attività della FMP / Free Music Production già presentato con successo a Monaco lo scorso anno, con la curatela di Markus Müller, Louis Rastig e Sergej Newski, l’iniziativa abbina una ampia ricognizione dello straordinario fervore nell’ambito della musica improvvisata di quegli anni, la tensione tra i movimenti d’avanguardia dell’Est e dell’Ovest (categorie allora particolarmente significative) e il dialogo con le arti visive di nazioni di oltre cortina come Polonia, Cecoslovacchia, Ungheria, Jugoslavia.
La mostra sulla FMP è ricca di registrazioni, documenti, fotografie, poster, interviste, nonché di alcuni video inediti che provengono dall’archivio del fondatore Jost Gebers.
Ma non meno interessante sono il programma di conversazioni e conferenze sulla scena della musica improvvisata dell’Europa Orientale di quegli anni e il ghiotto cartellone di concerti, che – dando profondità culturale e temporale all’iniziativa – non si limita a celebrare alcuni nomi storici, ma presenta anche uno stimolante panorama della scena attuale.
Spazio dunque a nomi come Vladimir Tarasov, Rüdiger Karl, Connie Bauer (in trio con William Parker e Hamid Drake martedì 20 marzo) e, ovviamente, Peter Brötzmann, che il 6 e 7 aprile dividerà il palco con compagni di ieri e di oggi come Han Bennink e Heather Leigh, Alex Von Schlippenbach, Andrew Cyrille e Keiji Haino.
Ma anche, nel fitto programma del 20 e 21 di aprile, una riflessione sul ruolo delle musiciste nell’improvvisazione (ci saranno Joëlle Leandre, Mette Rasmussen, Kaja Draksler, Ada Rave) e altre tavole rotonde e concerti che coinvolgeranno tra gli altri i Neue Vocalsolisten.
In chiusura di iniziativa, ai primi di maggio, il doveroso ricordo di Peter Kowald, un duo imprevedibile composto da Steve Noble e Stephen O’Malley e una “all star” del jazz creativo di oggi con Ken Vandermark, Nate Wooley, la Rasmussen, Magda Mayas, Mats Äleklint e altri.
Considerando che di questi tempi un biglietto per Berlino costa meno che un viaggio in treno per una qualsiasi città a più di due ore di distanza, in più d’uno potrebbero farci un pensiero anche dall’Italia. Ne vale certamente la pena!
Tutte le informazioni sul sito dell'Akademie der Künste.