Franco Bergoglio, I giorni della musica e delle rose
Roma, Stampa Alternativa, 238 pp., 16 €
Nelle celebrazioni dei 50 anni del ’68, Franco Bergoglio (cui dobbiamo già alcuni interessanti libri, tra cui uno molto apprezzato sul rapporto tra jazz e romanzo poliziesco), sceglie un approccio trasversale e fortemente narrativo alle tante straordinarie musiche che uscivano in quei giorni. L’esplosione del rock, la psichedelia, il jazz e il folk, il mondo che si apre e detona in un colorato e irresistibile rincorrersi di sogni, ideali, rivoluzioni più o meno mancate. Non manca nessuno, ovviamente, dei protagonisti: dai Beatles a Miles Davis, da Hendrix a Bob Dylan: la narrazione è fresca e ricca di rimandi all’ascolto – rinforzati da un’immancabile e ampia sezione discografica. Tra cose che sapete già e altre che ignoravate, vi piacerà.
Luca Bragalini, Dalla Scala a Harlem. I sogni sinfonici di Duke Ellington
Torino EDT, 298 pp. + cd, 25 €
Nel 1963 Duke Ellington registrava a Milano, con alcuni musicisti dell’Orchestra del Teatro alla Scala, una propria composizione sinfonica. Da questo episodio poco conosciuto e tenuto all’epoca praticamente sotto silenzio, Luca Bragalini parte con fiuto da investigatore e non solo ricostruisce le circostanze di quell’incontro, ma si spinge oltre. Attraverso un’ampia analisi della figura di Ellington, l’autore ci porta infatti alla scoperta della produzione sinfonica del musicista afroamericano, ricollocando la figura stessa del celebre jazzista in una posizione di straordinaria consapevolezza sociale e culturale che forse l’immagine stereotipata del Duca non trasmette subito. Accluso al libro anche un cd di temi sinfonici inediti. Prezioso.
Maurizio Bettini, Voci. Antropologia sonora del mondo antico
Carocci, 322 pp., 29 €
Si deve alla penna di un filologo e antropologo sensibilissimo come Maurizio Bettini (il suo libro sulle “radici” andrebbe reso obbligatorio nelle scuole, di questi tempi) un volume interamente dedicato alla “fonosfera” dei tempi antichi. I suoni dell’antichità, che chiunque ascoltava e sapeva distinguere, ben differenti da quelli di oggi in cui le fonti meccaniche sono integrate e prevalenti. Suoni di animali, in primis, della natura, ma anche di attività umane che non ricordiamo più. Versi, voci, rumori che oggi spesso si sono perduti (o non vengono riconosciuti) e che invece avevano una centralità nella vita quotidiana di allora. Non una lettura facilissima (magari non lo porterei sotto l’ombrellone), ma una volta entrati in questa “giungla” di suoni e nelle storie che li documentano, è una vero piacere per lo spirito. Pregiato.
Ben Greenman, Purple Life. Genio, funk, sesso ed enigma nella musica di Prince
Torino, EDT, 300 pp., 25 €
Ormai sdoganato post-mortem dopo gli anni oscurantisti dell’assenza dalle piattaforme web, il variopinto mondo musicale di Prince è tornato a circolare liberamente, nella sua geniale e inafferrabile vitalità egocentrica. Il libro di Greenman sul musicista di Minneapolis ha diversi pregi, in primis di tipo squisitamente letterario (l’autore scrive bene), ma anche di struttura. Greenman infatti sceglie di muoversi attraverso la aggrovigliata discografia e vicenda personale di Prince attraverso zone tematiche (sesso, ego, razza, live, etc.) che gli consentono di fornire coerenza e senso a una carriera che, a uno sguardo superficiale, potrebbe sembrarne carente. Ricco di aneddoti, ma senza indulgere nella mitizzazione, Purple Life offre così un armamentario ricco e soddisfacente di strumenti per capire meglio la musica di questo inquieto genio black.
Camilla Poesio, Tutto è ritmo, tutto è swing. Il jazz, il fascismo e la società italiana
Firenze, Le Monnier, 176 pp., 14 €
Sul rapporto tra jazz e fascismo si era già scritto, ma è un terreno sempre da indagare. Prezioso è perciò questo nuovo sguardo, da parte di una storica, Camilla Poesio, che ha il pregio di riflettere con puntualità sulle apparenti inconciliabilità tra quelle musiche che arrivavano da oltre oceano e un paese in cui regnavano la Chiesa e una dittatura. Raccontando le vicende che hanno caratterizzato quegli anni e la controversa ricezione (tra rifiuto e entusiasmi) del jazz nella nostra penisola, Poesio traccia una agevole, ma preziosissima, storia dell’impatto del jazz sulla società italiana della prima metà del Novecento. Da leggere!